Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’indagine sulle app che usano il microfono dello smartphone per registrare la voce degli utenti e vendere le informazioni a scopo pubblicitario. L’autorità intende verificare il funzionamento di alcune app, se è stato acquisito correttamente il consenso e se l’informativa sulla privacy è chiara.
Alcune app spiano gli utenti
L’indagine è stata avviata in seguito al servizio trasmesso da Striscia la notizia il 27 settembre e realizzato da Marco Camisani Calzolari. Con un esperimento è stato dimostrato che alcune app utilizzano il microfono dello smartphone all’insaputa dell’utente per registrare le parole pronunciate. Se, ad esempio, viene espresso il desiderio di acquistare un’automobile, dopo qualche ora iniziano ad apparire inserzioni pubblicitarie di automobili su Facebook, Instagram o YouTube. Alcuni utenti hanno ricevuto addirittura SMS da venditori di automobili, come si può vedere nel video di Striscia la notizia.
Solitamente il microfono viene attivato da app contenenti spyware, ma in questo caso si tratta di app legittime (casualmente la maggioranza dei casi segnalati riguarda Facebook), alle quali l’utente concede il permesso di accedere al microfono. Il Garante della Privacy ha quindi avviato un’istruttoria in collaborazione con il nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza. L’autorità esaminerà le app più scaricate, verificherà se l’informativa è chiara e se è stato correttamente acquisito il consenso all’uso dei dati.
L’Avv. Guido Scorza ha evidenziato che molti utenti non leggono le informative sulla privacy, in quanto troppo lunghe e/o poco chiare. Il Garante ha già avviato un contest per la ricerca di soluzioni che rendano le informative più comprensibili attraverso icone, simboli o altri elementi grafici.