Una nuova causa brevettuale infiamma il mondo degli smartphone, ma stavolta non sono le protagoniste del settore a rilanciarsi accuse ma un gruppo, con base nelle Isole Cayman, dal nome tanto altisonante quanto sconosciuto: Imperium Holding.
Sul banco degli imputati quasi tutte le aziende principali del settore: Apple, LG, Motorola Mobility, Nokia, Research in Motion (RIM), Sony-Ericsson e il più piccolo produttore di strumenti elettronici Kyocera.
Cinque i brevetti di cui si denuncia la violazione: il numero 6,271,884 , il 6,838,651 , il 6,838,715 , il 7,064,768 e il 7,109,535 . Il primo appartiene all’azienda Conezant System, mentre gli altri quattro a ESS Technology. Tutti, comunque, coprono tecnologie per la produzione di fotocamere e le loro funzioni. Le due aziende costituiscono insieme il gruppo Imperium Holding.
Le fotocamere degli smartphone sono già finite nel mirino di altre cause brevettuali, quella del collezionista di brevetti St.Clair che ha già investito Fuji, Samsung, Nokia, LG, Motorola, Verizon, Vodafone e infine Apple, e quella mossa da Kodak contro Apple e RIM e che riguarda la visualizzazione dell’anteprima, prima della registrazione, dell’immagine scattata. In questo caso Cupertino ha controdenunciato Kodak e ITC ha assegnato il primo round alla difesa.
La fotocamera del melafonino, poi, ha subito altre denunce per violazione di proprietà intellettuale: ad attaccarla ci ha pensato già Nokia e Cupertino è già stata condannata per la violazione di un brevetto in possesso di OPTi, un’azienda che fa delle battaglie legali il suo business e che nel 2009 si è aggiudicata 21,7 milioni di dollari da Apple per l’utilizzo di una tecnologia sulla memoria cache da essa depositata.
Sempre sul fronte brevettuale Apple è stata denunciata anche da Robocast, azienda che rivendica la tecnologia relativa al browsing automatizzato di contenuti online e che Cupertino avrebbe illecitamente impiegato in suoi prodotti come iTumes, Apple TV e Front Row. Per gli stessi motivi Robocast aveva già denunciato Microsoft.
A rendere più interessante questa ennesima vicenda brevettuale, il fatto che Robocast afferma di aver presentato la sua tecnologia ad una fiera commerciale a Los Angeles nel 1999 e che in quell’occasione “almeno un impiegato Apple” lo abbia visionato.
Claudio Tamburrino