Mentre Apple e Google si danno battaglia a fasi alterne , e Jobs consiglia agli appassionati del porno di rivolgersi al sistema operativo di Mountain View, il mercato degli smartphone emette la sua sentenza. E il mercato statunitense, dice NPD Group , premia Android di Google e relega iPhone OS di Apple al terzo posto nella classifica degli OS più usati dagli utenti.
Durante il primo quarto del 2010, sostiene un nuovo rapporto di NPD , Android ha superato iPhone OS ed è ora al secondo posto possedendo il 28 per cento del mercato a stelle e strisce. Al vertice c’è Research In Motion con i suoi BlackBerry (36 per cento), mentre Apple scivola sul gradino più basso del podio con il 21 per cento dell’utenza.
L’analisi di NPD è basata su informazioni raccolte con un questionario compilato online da 150mila utenti, e per quanto i supporter di Apple tendano a sottolineare la parziale inaffidabilità dei risultati il trend è incontestabile: la scelta di Google di “aprire” e dare in licenza il suo sistema operativo ai produttori ne ha permesso l’adozione su un gran numero di dispositivi diversi per audience e funzionalità offerte .
Apple, dal canto suo, ha blindato iPhone OS a tripla mandata imponendo paletti e steccati persino agli sviluppatori e legando indissolubilmente il destino del sistema operativo dalle icone tralucenti alla piattaforma hardware omonima. Google l’ha già superata, dice NPD , e alla lunga il distacco non potrà che aumentare visto che a Cupertino non perseguono – non lo hanno mai fatto – il primo posto, bensì i profitti sicuri derivanti da una nicchia agguerrita di aficionado .
Spiegando le ragioni pratiche del successo di Android, NPD sottolinea la commercializzazione di smartphone Google-powered da parte di Verizon, ovvero il secondo carrier wireless degli States con un bilancio di vendite comparabile a quello dell’onnipresente leader di mercato AT&T. Particolarmente bene è andato infine il DROID di Motorola , che ha piazzato 1,05 milioni di unità nei primi 74 giorni di commercializzazione, battendo le performance fatte registrare dall’iPhone originale al momento del lancio.
Alfonso Maruccia