Roma – Già disponibile da qualche mese sul mercato statunitense, ShopText è un servizio di shopping che intende avventurarsi anche in Europa: per usarlo è sufficiente digitare sulla tastiera un codice alfanumerico, ben in vista su pubblicità di ogni genere, inviarlo via SMS, e attendere la consegna di quanto così acquistato. Rapido, dunque, e comodo, almeno per chi non soffre di shopping compulsivo .
Già, senza alcun bisogno di recarsi in un negozio o in un centro commerciale, ogni genere di acquisto viene effettuato via cellulare . Numerose pubblicità di cd, dvd, e biglietti per eventi presenti sulle riviste dispongono già di “codicilli” che identificano il servizio. EMI, Universal, Sony e Warner Bros sono solo alcuni dei marchi già saliti sul carrozzone di ShopText, perché il servizio promette di aumentare le vendite.
La prima volta si chiama il numero verde della ShopText e si procede con l’iscrizione, spedendo via SMS il proprio numero di carta di credito (ogni operazione può essere fatta anche online). Una volta ricevuto il proprio PIN identificativo il più è fatto, da lì in poi è solo… “text-to-buy”.
La piccola società statunitense, di fatto, prende solo gli ordini, addebita gli acquisti sulle carte e si preoccupa della spedizione dei prodotti. “L’e-commerce rappresenta solo una frazione del mercato – e questo avviene soprattutto perché è correlato al numero di connessioni online”, ha dichiarato Mark Kaplan, fondatore e chief marketing officer di ShopText. “I cellulari, invece, collegano i prodotti ai media. Quando le persone hanno l’impulso di comprare , hanno il loro cellulare”.
ShopText nasce del 2005 all’interno di Anomaly, agenzia pubblicitaria di NewYork. La prima collaborazione è con PayPal per lo sviluppo di un tool di acquisto via SMS. Nel novembre scorso avviene lo sganciamento e la spasmodica ricerca di marketer e brand convinti che m-commerce possa essere remunerativo come l’e-commerce. A distanza di mesi l’obiettivo è stato raggiunto, anche se non è ancora chiaro quali siano le tipologie di prodotti che potrebbero trarne i maggiori vantaggi.
“I ragazzi potrebbero essere attratti dall’elettronica di consumo leggendo Wired; ma le donne, invece, potrebbero aver gusti diversi”, ha sottolineato Steve Roberts, presidente e CEO di ShopText. “La realtà è che nessuno ha le idee chiare, al momento”.
“Ho sempre sognato un sistema che permettesse alle ragazze di acquistare le cose che pubblichiamo sulla rivista”, ha dichiarato Susan Schulz, caporedattore di CosmoGirl : “Mentre sfogliano, hanno accanto il cellulare che permette l’interazione”. Gli inserzionisti, in pratica, non fanno altro che fornire i codici dei prodotti che, pubblicizzati o recensiti, possano essere venduti immediatamente .
La tecnologia si potrà distinguere anche come soluzione per valutare la capacità promozionale delle riviste cartacee. Sarà più facile comprendere quali testate siano in grado di “vendere” di più, semplicemente analizzando il numero dei contatti generati con ShopText.
Dario d’Elia