Se si invia un SMS a una persona che sta guidando e che poi incappa in un incidente, il mittente del messaggio non è ritenuto responsabile del sinistro stradale. Lo ha stabilito David Rand, giudice della Corte Suprema, in seguito alla causa intentata da David e Linda Kubert contro Shannon Colonna, una studentessa ventenne accusata di aver inviato un SMS al proprio ragazzo, Kyle Best, poco prima che questi investisse con il proprio camion la moto su cui viaggiavano i due coniugi.
L’incidente in questione avvenne il 21 settembre 2009. In base ai dati della corte, quel giorno la coppia di fidanzati si era scambaita 62 SMS poco prima del sinistro. Alle 17:48 Colonna inviò un messaggio a Best, che rispose dopo 44 secondi. La chiamata del ragazzo al 911 per segnalare l’incidente venne effettuata dopo appena otto secondi dall’ultimo messaggio di testo . Best aveva investito David e Linda Kubert, una coppia di cinquantenni che stava viaggiando in moto. In seguito all’incidente entrambi i coniugi hanno perso la gamba sinistra.
In un primo momento i Kubert hanno fatto causa solo a Best che, dopo aver ammesso di aver usato il cellulare mentre era alla guida, è stato condannato a pagare una multa di 618 euro e a prestare servizio alla comunità raccontando nelle scuole superiori i rischi legati all’uso del telefono mentre si guida. In seguito l’accusa si è estesa a Shannon Colonna, accusata di aver distratto il fidanzato mentre guidava. In sostanza, l’avvocato dei Kubert sosteneva che la ragazza fosse responsabile dell’incidente perché distraeva il fidanzato con gli SMS: “Se sai che qualcuno sta guidando, se sai che è illegale mandare messaggi e guidare perché violi la legge, se sai che è pericoloso, se sai tutte queste cose e mandi un SMS, deve essere la giuria a decidere”. Colonna ha affermato di non sapere se in quel momento Best fosse alla guida del camion.
Il giudice ha però respinto la causa dei Render contro Shannon Colonna, affermando che la responsabilità dell’accaduto è esclusivamente del conducente dell’auto. Tuttavia, il giudice ha ammesso che gli statunitensi sono “quasi assuefatti” dai cellulari.
Il caso è il primo del suo genere su tutto il territorio USA e di certo avrà importanti ricadute sulle prossime sentenze che riguarderanno il critico rapporto che lega la guida ai telefoni cellulari. “Anche se il mittente sapeva che il destinatario era alla guida – ha dichiarato Charles Dewey Cole Jr, un avvocato di New York e professore alla Seton Hall Law School – il destinatario non è costretto a prendere il suo cellulare e a leggere il messaggio”.
Gabriella Tesoro