Manca oramai poco all’arrivo del Super NES Classic Edition , riproduzione in miniatura della storica console Nintendo a 16-bit che in una forma compatta offre 20 giochi tratti dal catalogo dello SNES originale più uno mai visto prima (Star Fox 2). Chi ha già avuto modo di mettere le mani sulla console, però, smonta un po’ l’entusiasmo: nello SNES Mini non c’è nulla di “nuovo”, almeno rispetto al NES Classic Edition uscito l’anno scorso.
Vista dall’interno, infatti, anche la “scatolina” che all’esterno riproduce il design dello SNES monta esattamente lo stesso hardware visto nel NES Classic Mini: la scheda madre è la stessa, così come la piattaforma scelta da Nintendo per la console è ancora una volta basata su un SoC con una CPU quad-core ARM Cortex A7, una GPU ARM Mali 400 MP2, un modulo di memoria DDR3 da 256MB, unità di storage NAND da 512MB.
Anche in questo caso, quindi, l’hardware serve allo scopo di garantire potenza sufficiente a un emulatore software sviluppato internamente da un team europeo di Nintendo. Il layer per l’emulazione sembra comunque fatto bene, visto che è in grado di riprodurre anche i chip aggiuntivi inclusi nelle cartucce più sofisticate (Super FX, Super FX2 eccetera), anche se l’esperienza utente è la stessa di quella del NES Classic Mini così come la capacità di gestire un segnale audiovisivo in uscita (su HDMI) alla risoluzione HD/720p .
Snes mini “mini teardown”
Same hardware as the NES mini #snesmini #SNESClassicMini pic.twitter.com/DI6C6E9iXz– Chiimaero (@Chiimaero) 26 settembre 2017
Le prime recensioni incoronano il Super NES Classic Edition come un piccolo ma riuscito “reboot” dello SNES degli anni ’90, e la scelta di riutilizzare l’hardware del NES Mini dovrebbe garantire a Nintendo quell’ economia di scala che ha trasformato la prima tiratura della mini-console in un oggetto introvabile se non a cifre folli . Buone notizie anche per il modding infine, visto che gli hacker si troveranno davanti a una piattaforma già nota da un anno.
Alfonso Maruccia