Edward Snowden è intervenuto al TED in collegamento via satellite: il suo volto, spauracchio dell’NSA e delle autorità statunitensi e britanniche, è apparso in un grande schermo sul palco dell’incontro di conferenze tenutosi a Vancouver direttamente dal suo nascondiglio segreto russo ed è stato intervistato da Chris Anderson.
Snowden si è mostrato (seppur telematicamente) per dire che devono ancora arrivare le rivelazioni più grandi: avendo sottratto all’ex datore di lavoro circa 1,7 milioni di documenti, sono ancora molte le prove a carico delle azioni scorrette condotte dallo spionaggio a stelle e strisce.
A dimostrazione di questo le ultime rivelazioni sull’operato della National Security Agency : l’agenzia di spionaggio USA avrebbe costruito – a partire dal 2009 – un sistema di sorveglianza in grado di registrare il “100 per cento” delle telefonate di un paese straniero, con un sistema che le registra per un mese di tempo (sostituendole dunque a scadenza di questo periodo).
In generale, per quanto l’NSA qualcosa di buono lo faccia, secondo Snowden l’agenzia non starebbe usando le sue forze per fermare il terrorismo, che anzi spesso viene semplicemente utilizzato per toccare le corde emotive della società civile e coprire altri tipi di azioni.
Proprio per questo, Snowden dice di non essere né un eroe né una spia, ma solo un cittadino americano: con certi doveri in materia di libertà e giustizia. In quanto tale – inoltre – l’ex spia ha parlato della possibilità di tornare a casa, una prospettiva che vorrebbe abbracciare se gli fosse garantita l’immunità.
Claudio Tamburrino