Edward Snowden è stato intervistato da John Oliver del talk show The Daily Show di HBO, un programma ironico e spesso provocatorio, che cerca sempre di trovare un taglio originale per affrontare in maniera interessante i suoi argomenti.
Nel caso del colloquio con l’ex contractor dell’NSA che con le sue rivelazioni ha dato il via al cosiddetto Datagate , lo scandalo legato alla scoperta delle diverse operazioni dell’intelligence statunitense che sono sconfinate nella vita privata dei cittadini statunitensi e di altri paesi del mondo, il problema per Oliver era rappresentato dal fatto che gli argomenti fossero assolutamente tecnici, e che i telespettatori sembrassero non accorgersi del fatto che la questione li riguarda terribilmente da vicino: ha così cercato un argomento – una provocazione – per renderlo fruibile. Le foto intime scambiate via SMS o email.
L’intervista è stata anticipata nel programma da un lungo monologo del conduttore sulla prossima votazione per rinnovare il Patriot Act e sulla necessità di rimetter mano alla normativa che ha permesso l’esistenza del programma di tecnocontrollo: mezz’ora di dati ed informazioni inframezzate da battute che hanno permesso al telespettatore di essere informato sui fatti di cui Snowden avrebbe parlato subito dopo.
D’altra parte, senza abbandonare il tono assolutamente sarcastico, Oliver non ha mancato di fare il suo lavoro da giornalista ed ha incalzato Snowden sugli argomenti che riteneva più interessanti: la dicotomia tra sorveglianza di cittadini stranieri e sorveglianza di cittadini americani, l’opportunità di passare documenti con dati sensibili (per la sicurezza nazionale o per eventuali persone coinvolte ) a dei giornalisti che spesso non hanno le capacità tecniche per interpretarli a dovere od individuare le informazioni eventualmente da escludere dalla divulgazione, nonché l’incapacità di coinvolgere nel dibattito l’americano medio, che in molti casi è venuto a conoscenza dell’argomento solo di sfuggita e senza farsi coinvolgere. Nonostante qualcuno abbia addirittura segretamente installato un busto di Snowden nel Fort Green Park di New York, la gran parte dei cittadini americani non sembra aver cambiato le proprie abitudini online, tanto che il 46 per cento degli intervistati dell’ultima ricerca Pew sull’argomento si descrivono come “non molto o per niente preoccupati dalla questione”.
Provocatoriamente Oliver ha chiesto a Snowden se almeno lui avesse letto tutti i documenti che ha divulgato ed ha poi invitato Snowden a sottolineare prosaicamente tutte le volte che una spia dell’NSA si è intrufolata con la scusa dell’antiterrorismo nell’intimità di una persona, spiandone per esempio le foto strettamente personali inviate via SMS o email : un argomento che può certamente interessare anche i non tecnici.
Quando Snowden ha capito le intenzioni di Oliver è stato al gioco e ha detto che “la notizia buona è che non esiste il programma dick pic program , quella cattiva è che le autorità stanno ancora raccogliendo informazioni a strascico, comprese foto del vostro pene”.
Opportuno o meno, tanto da scatenare il meta-dibattito sul modo con cui ha sfruttato l’occasione rara di intervistare Snowde, la considerazione di Oliver ha certamente aumentato le possibilità che il telespettatore medio si interessi all’argomento: come spiega lui stesso nel corso dell’intervista, la questione delle intercettazioni di massa e della rivelazioni di Snowden rischia di essere fin troppo tecnica, incapace di coinvolgere e quindi scuotere l’americano medio, la cui attenzione è fondamentale per immaginare un cambiamento del quadro normativo e un aumento delle tutele.
Claudio Tamburrino