È stata presentata stamattina alla Camera la ricerca “Prime ‘social’ Ministers”, analisi del comportamento sui social media di Matteo Renzi, Alexis Tsipras, David Cameron, Angela Merkel, Mariano Rajoy e François Hollande.
Si tratta di una ricerca quantitativa e qualitativa sulle migliaia di contenuti pubblicati ONLINE dai sei leader politici europei realizzata da Doing in tutto il 2015: si tratta di un anno particolarmente ricco di eventi rilevanti politicamente soprattutto in ambito europeo, dal cosiddetto grexit, alla crisi immigrati/rifugiati, agli attacchi terroristici che hanno in particolare colpito la Francia. “Se pensiamo agli attentati di Parigi – si spiega nella presentazione dello studio – (e alla modifica della propria immagine di profilo con la bandiera francese da parte degli utenti, ndr) ci accorgiamo dell’importanza dei social, un vero e proprio acceleratore di partecipazione pubblica.”
I ricercatori sono partiti dall’analisi dei loro profili ma hanno anche analizzato le conversazioni che avvengono su pagine collegate ma fuori da questi profili proprietari, analizzando la loro “popularity”, ovvero il numero di seguaci sui social, come interagiscono con essi, quali sono gli argomenti di interesse per questi ultimi ed inoltre cercando anche di analizzare il sentimento con cui gli utenti interagiscono con essi, il “tono di voce” con cui i leader li affrontano e come vengono percepiti dai “fan”.
In generale , Matteo Renzi è il più popolare su Twitter (grazie ai suoi 2.177.652 al 31 dicembre 2015) e Merkel, che non ha un account sulla piattaforma di microblogging, è quella con più amici su Facebook. Alexis Tsipras è invece quello che riesce a raccogliere maggiormente seguaci anche all’estero, anche perché è l’unico ad avere profili internazionali sui social oltre a quelli in greco, mentre lo spagnolo Mariano Rojoy è il più attivo. Meno bene fanno invece sia François Hollande che David Cameron, definiti troppo istituzionali e per questo non capaci a creare engagement con la loro community.
Ci sono poi alcuni eventi che generano movimento intorno ai profili social dei leader europei: nei giorni degli attentati di Parigi, per esempio, Hollande ha guadagnato oltre 100mila seguaci, mentre il tweet con cui Renzi ha espresso solidarietà al popolo francese è quello che gli ha fatto guadagnare più follower (più 6.900).
Claudio Tamburrino