È la vigilia di Natale, sei davanti al computer e stai navigando tranquillo in uno dei tuoi social network preferiti. Ad un certo punto, il sistema ti manda un messaggio segnalandoti che i tuoi ex compagni di liceo ti stanno cercando online, e che facendo una sottoscrizione “premium” potrai rientrare in contatto con loro. Tu ovviamente ti fidi, e paghi. E scopri che qualcuno ti ha raggirato.
Sembra la sceneggiatura di una vecchia commedia all’italiana, ed invece è quello che è (o sarebbe) accaduto a Anthony Michaels, utente californiano del celebre social network “Classmates.com”. Il 24 Dicembre 2007, Michaels avrebbe ricevuto da classmates.com una mail di servizio, nella quale gli veniva comunicato che alcuni suoi ex compagni di scuola avevano trovato il suo profilo e volevano contattarlo. Per poterli rincontrare online, continuava la mail firmata Classmates.com, sarebbe stato sufficiente fare un upgrade, registrando un account “premium”. Tutto bello, fin qui. Salvo che, dopo aver pagato i 15 dollari di fee, l’utente si sarebbe reso conto che non c’era nessun ex compagno di scuola ad aspettarlo, e che il suo profilo non era mai stato visitato da alcun utente con il quale avesse condiviso i banchi.
A questo punto, Michaels ha deciso di citare classmates.com davanti al Tribunale di Stato di San Diego, accusando l’azienda di truffa. I suoi legali, inoltre, sostengono che classmates.com abbia raggirato con metodi analoghi centinaia di migliaia di utenti negli USA, e chiedono che alla denuncia sia riconosciuto lo status di class action. Stando alla linea dell’accusa, il social network incriminato dovrebbe essere condannato a un risarcimento multimilionario a favore degli utenti defraudati, ed al pagamento di una multa ingente.
Il caso, presentato lo scorso 30 ottobre, è attualmente in esame da parte della Corte sud californiana, e ancora non se ne conoscono gli esiti. Né si conosce, almeno per il momento, la posizione ufficiale di Classmates.com- 40 milioni di utenti dichiarati, un record non limpidissimo in fatto di policy di sottoscrizione- i cui responsabili non hanno ad oggi rilasciato dichiarazioni pubbliche in proposito. Secondo gli esperti di diritto di internet, comunque, le possibilità di assoluzione per il social network crescerebbero molto se riuscisse a dimostrare l’esistenza di un qualche utente che, all’insaputa dell’azienda, si è spacciato per un ex compagno di scuola di Michaels, truffando di fatto entrambe le parti.
Se, per converso, venisse riconosciuta l’esistenza di un dolo da parte di Classmates.com, il caso diventerebbe un precedente fondamentale per tutta la giurisprudenza in materia di truffe online, e rapporti tra utenti ed aziende nello spazio digitale. E per il social network potrebbe non essere una buona notizia, né una notizia incoraggiante.
Giovanni Arata