Nel gennaio del 2011, un vento di rivolta ha iniziato a sconvolgere prima l’Egitto e poi gran parte del Medio Oriente, anticipando la caldissima Primavera Araba. Con un ruolo chiave nella diffusione della protesta popolare, le principali piattaforme social hanno rafforzato la propria posizione nel nuovo ecosistema dell’informazione digitale. Ma cosa è davvero rimasto di tutti quei link della conoscenza?
Hany SalahEldeen e Michael Nelson sono i due autori di un recente report pubblicato dalla Old Dominion University di Norfolk, nello stato della Virginia. Un’analisi approfondita del rapporto tra social media e grandi eventi di cronaca, per uno sguardo nel dettaglio a quello che oggi è il passato cibernetico. In altre parole, quanto materiale condiviso o cinguettato è rimasto disponibile in Rete?
Analizzando una serie di grandi eventi culturali o comunque di cronaca – dalla morte del re del pop Michael Jackson alla paura del virus H1N1 – i due ricercatori universitari hanno analizzato tweet e condivisioni in blu per poi scoprire se i contenuti suggeriti siano effettivamente rimasti online . Risultato: la storia raccontata dai social network è a rischio estinzione.
L’11 per cento dei contenuti linkati sui social media è scomparso – i due ricercatori hanno filtrato le URL e controllato che gli stessi indirizzi non fossero stati modificati – nel giro di un anno. Una percentuale salita a 27 se considerato un periodo di 24 mesi. Generalizzando, il pianeta perderebbe ogni giorno lo 0,02 per cento del totale dei contenuti condivisi sui social network .
Mauro Vecchio