SoftBank vuole mangiarsi ARM

SoftBank vuole mangiarsi ARM

La multinazionale giapponese è disposta a spendere un gran mucchio di soldi per acquisire il controllo del designer di chip britannico. Per essere protagonista del mobile e della IoT
La multinazionale giapponese è disposta a spendere un gran mucchio di soldi per acquisire il controllo del designer di chip britannico. Per essere protagonista del mobile e della IoT

Quattro anni dopo l’ acquisizione di Sprint , SoftBank ha ora confermato di voler procedere a una nuova operazione multi-miliardaria che le dovrebbe assicurare la proprietà di ARM Holdings. Una transazione dal valore di quasi 32 miliardi di dollari ( si sfiorano i 30 miliardi di euro ), e che rappresenta il primo “colpo” incassato dall’industria hi-tech britannica dopo la vittoria del referendum per l’uscita dall’Europa meglio noto come “Brexit”.

SoftBank è un colosso giapponese che si occupa di telecomunicazioni, e-commerce, Internet, finanza, media, marketing e altro ancora, la 62esima maggiore corporation con ramificazioni in tutto il mondo. ARM, il possibile nuovo boccone di SoftBank , è invece nota quasi esclusivamente per i suoi design di chip mobile ed embedded, un mercato la cui estensione non conosce freni grazie alla popolarità dei gadget mobile (smartphone, tablet) e il nuovo business iper-connesso della Internet delle Cose (IoT).

La Brexit ha portato al crollo del valore della sterlina ma la vocazione internazionale di ARM ha difeso l’azienda dal tracollo, e il valore in borsa dell’azienda – alla chiusura delle contrattazioni di venerdì scorso – si attesta sui 22 miliardi di dollari.

Il business non finanziario e i profitti di ARM non sono neanche lontanamente paragonabili a colossi della produzione del calibro di Intel, ma SoftBank è evidentemente disposta a pagare una cifra ben superiore al valore di mercato per assicurarsi una preda dal valore strategico particolarmente alto nell’ambito del mondo tecnologico moderno.

SoftBank e il suo CEO Masayoshi Son sono in effetti impegnati da tempo a estendere gli affari della corporation nipponica con acquisizioni di altissimo profilo, e la speranza è che le prospettive di mercato di ARM – 3 miliardi di design per chip venduti nel 2014, 15 miliardi l’anno successivo – si rivelino molto più solide e profittevoli di quanto successo con il carrier statunitense Sprint.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
18 lug 2016
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