Roma – Nei giorni in cui nella capitale si discute di legge Finanziaria sono stati presentati da due partiti dell’opposizione, DS e Margherita , alcuni emendamenti che cercano di introdurre in Finanziaria strumenti di supporto alla diffusione in Italia del software a codice aperto.
Negli emendamenti si chiedono sgravi fiscali e incentivi per le imprese che realizzano software libero “in funzione strumentale alle proprie attività mettendolo a disposizione di altre imprese o singoli”. Un quarto del Fondo per gli investimenti in innovazione, secondo i parlamentari dell’opposizione, dovrebbe andare al software libero, con premi per quelle scuole, università o centri di ricerca che avviano progetti su Linux e dintorni. Appoggio viene chiesto anche per le famiglie e gli studenti che installano Linux “o altro sistema open source”.
In più, negli emendamenti si chiede la “creazione di un sito web del Ministero degli Interni che svolga funzioni di ?banca del software libero? per le pubbliche amministrazioni”. L’idea è quella di un repository “in cui far confluire i codici sorgenti, gli eseguibili e la documentazione dei software, appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto, prodotti dalla pubbliche amministrazioni o per conto di queste”. Un sito per il quale si chiedono investimenti di 850mila euro in tre anni.
Inoltre si vorrebbe istituire un programma Carta di credito formativo che preveda “l’attribuzione di una dotazione finanziaria di capitale pari a 5 mila euro, per l’acquisto, secondo specifica convenzione, di strumenti tecnologici e di corsi di formazione o per l’avviamento, singolarmente o in forma associata, di un’attività imprenditoriale o professionale”.
Sono invece 5 milioni gli euro che dovrebbero dar vita ad un fondo triennale per il finanziamento dei migliori progetti basati sul software a codice aperto sviluppati in ambito accademico e scolastico.
Altri 100 milioni di euro, invece, andrebbero ad un programma per la lotta al digital divide internazionale , una sperimentazione della cooperazione possibile con i paesi in via di sviluppo sul fronte dell’innovazione e dei servizi al cittadino.
Vengono infine richiesti dagli emendamenti, ulteriori fondi per lo sviluppo della banda larga per un totale di 650 milioni di euro tra 2004 e 2005.