Ancora una volta, primo: Craig Venter , che già aveva bruciato l’intera comunità dei biologi nella corsa alla decodifica del genoma umano, sarebbe riuscito a realizzare un cromosoma artificiale e si dice pronto ad impiantarlo con successo in una cellula vivente. Una rivendicazione anticipata in una intervista al The Guardian ed in breve rilanciata dai giornali di tutto il mondo . In attesa di un comunicato ufficiale, promesso dallo scienziato per questa settimana.
Secondo quanto raccontato sulle pagine del quotidiano britannico, il nuovo cromosoma sarebbe nato nei laboratori del J. Craig Venter Institute grazie al lavoro di un team di 20 scienziati diretti dal premio nobel Hamilton Smith . Mediante le informazioni contenute in uno studio presentato lo scorso giugno , il gruppo sarebbe in grado di costruire da zero un nuovo cromosoma , perfettamente compatibile e funzionante, da inserire in una cellula di Mycoplasma genitalium (il batterio della gonorrea) al posto di uno originale.
Al momento quest’ultima impresa non sarebbe stata ancora tentata: gli scienziati si sarebbero limitati a “trapiantare” il genoma di un cellula in un’altra cellula, ma Venter si dichiara certo, “100 percento certo” , che la stessa tecnica possa essere replicata ripetuta con il DNA artificiale . Una volta effettuata la modifica, comunque, il risultato sarebbe un nuovo tipo di batterio, ottenuto con la combinazione di materiale “naturale” e materiale “artificiale”, con caratteristiche differenti dall’originale ma ancora classificabile come vivente .
Se la scoperta verrà confermata, si materializzeranno in un colpo solo le peggiori preoccupazioni degli oppositori di Venter: già a giugno, quando il primo capitolo di questa storia era stato scritto, ETC Group si schierò apertamente contro la possibilità di coniugare geni artificiali con quelli creati dalla natura, una circostanza che a detta dell’organizzazione scoperchierebbe un “vaso di pandora” di problemi. E nella blogosfera (ma non solo ) – divisa tra sostenitori e avversari di Venter – le domande e i dubbi su questa nuova prospettiva, superano le certezze .
Alcuni di questi interrogativi trovano una risposta nelle dichiarazioni dello steso Venter. Il nuovo DNA artificiale sarà totalmente riconoscibile e rintracciabile dagli scienziati: è stato “colorato” con l’inchiostro, diventando dunque di un colore diverso dal DNA naturale. Per quanto attiene alla sfera etica, Craig si dice sicuro che si tratti di “buona scienza” e di aver attentamente valutato le implicazioni del suo lavoro prima di procedere.
Al contrario di quanto sostenuto dai suoi oppositori, Venter è ottimista sulle possibili conseguenze della sua scoperta: “Non abbiamo paura di affrontare argomenti importanti – spiega – perché stimolano il pensiero. Ci confrontiamo con idee grandiose. Stiamo cercando di creare un nuovo sistema di riferimento per la vita”. Nel futuro ci sarebbero carburanti per aerei puliti e batteri che divorano la CO2 nell’atmosfera, invenzioni che dunque contribuirebbero alla sopravvivenza del pianeta . E riguardo al fatto che non tutti approvino i suoi metodi e il suo operato , conclude laconico: “Quando si lavora a questi livelli, non ci si può aspettare che tutti siano soddisfatti”.
A seguire, una breve intervista rilasciata da Craig Venter lo scorso settembre al Wall Street Journal . Durante la chiacchierata (in lingua inglese), Venter annuncia la pubblicazione della sua intera mappa genetica personale. Lo scienziato discute le prospettive nella creazione di forme di vita basate su genoma artificiale, proprio come quella oggetto dell’annuncio odierno, soffermandosi sulle possibili strategie utilizzabili dagli scienziati per evitare rischi inutili in questo tipo di ricerca.
Luca Annunziata