L’aereo solare Solar Impulse 2 ha spiccato il volo da Abu Dhabi stamattina alle 7.12, con un ritardo di quasi un giorno a causa dei venti forti.
Dopo il primo volo intercontinentale (4mila miglia dalla Svizzera arrivando in Marocco e ritorno) e la traversata degli Stati Uniti , l’esile velivolo mosso da istanze ecologiste ha spiegato le sue ali alla conquista di un nuovo obiettivo: quello affascinante e letterariamente importante del giro del mondo.
Nel suo tragitto la prima destinazione è rappresentata da Mascate, capitale dell’Oman, a cui seguiranno altre 12 tappe: se per l’andata e ritorno tra Svizzera e Marocco ci erano voluti circa due mesi (dal 24 maggio al 24 luglio), il giro del mondo ad energia solare dovrebbe concludersi – secondo i piani – in cinque mesi, con un totale di 25 giorni in volo.
L’ aspetto importante è che ancora una volta che il velivolo farà ricorso esclusivo all’energia del Sole, grazie alle ali coperte da più di 12mila celle solari, e stavolta per un tragitto assolutamente ambizioso.
Sarà dunque una sfida anche per il suo pilota, lo svizzero Andre Borschberg, uno dei fondatori e CEO del progetto, che nella sua avventura sarà collegato con il centro di controllo di Monaco dove lavorano 65 meteorologi, controllori del traffico aereo ed ingegneri.
D’altronde saranno tanti i pericoli che incontrerà sulla sua via: con una velocità di crociera media di 50 km/h, una manovrabilità minima e il fatto che sui radar può essere facilmente confuso con un punto fisso, rischia di rappresentare un ostacolo per gli altri aerei che, viaggiando a 400 e 900 km/h, potrebbero vedersi costretti a manovre improvvise per evitarlo. Solar Impulse dovrà evitare di trovarsi a meno di 900 metri dagli altri aerei, a causa delle turbolenze da questi generate.
Claudio Tamburrino