C’è accordo di Governo e Regioni sull’impiego dei fondi strutturali comunitari e sembra esservi spazio per investimenti in infrastrutture per la banda larga e il digital divide: con il Piano d’azione di coesione sembra infatti essere stato trovato un accordo sull’impegno a concentrarsi anche sull’agenda digitale.
L’accordo su questo Piano rappresenta uno dei primi annunci del nuovo ministro dell’Istruzione Francesco Profumo: i fondo di coesione riguardano nel complesso 3,1 miliardi di euro destinati a lavori infrastrutturali da iniziare entro il 2015 . Di questi, almeno una parte sarà dunque ora destinata all’agenda digitale: si tratta di 423 milioni che potranno dunque essere investiti in infrastrutture di comunicazione nell’ottica dell’azzeramento del digital divide, dell’ aumento della velocità di accesso a Internet ad almeno 2 Mbps per tutti i cittadini e le imprese del Sud entro il 2013 e dell’adeguamento degli accessi esistenti incrementando la velocità di 100 Mbps per il 50 per cento dei cittadini e almeno 30 Mbps per tutta la popolazione entro il 2020 .
A questi soldi occorre aggiungere quei finanziamenti destinati a 2.160 scuole del sud e che saranno destinati anche al loro rinnovamento tecnologico : in particolare per la loro connessione con banda larga e per l’acquisto di lavagne digitali e altri accessori tecnologici. In Sardegna, in particole, c’è un programma per l’acquisto di un “netpc” (tablet) da offrire in comodato d’uso gratuito ad ogni studente previa realizzazione di un congruo quantitativo di contenuti didattici multimediali.
A livello regionale, poi, il piano dà il via libera a investimenti per 254 milioni di euro da parte delle regioni Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise. Questi si aggiungono ai 288 milioni già impegnati da Sicilia, Sardegna e Campania.
La situazione dell’Italia d’altronde non è rosea e occorre muoversi con decisione soprattuto al sud dove il problema è maggiore: uno studio condotto dall’Istituto per la competitività I-Com fotografa una situazione europea con l’Italia in coda alla classifica per accesso veloce a Internet.
Claudio Tamburrino