Tre aziende hanno già manifestato l’intenzione di acquistare Chrome, se il giudice imporrà la vendita al termine del processo sui rimedi in corso a Washington. Ma una dirigente ha dichiarato che solo Google può sviluppare il browser, in quanto strettamente integrato con altri servizi.
Nessun’altra azienda può gestire Chrome
Uno dei rimedi proposti dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per ripristinare la concorrenza nel mercato dei motori di ricerca è la vendita di Chrome. Il browser è la principale porta di accesso a Google Search, quindi contribuisce a rafforzare il monopolio stabilito al termine del processo di primo grado.
Durante le varie testimonianze al processo sui rimedi sono emersi tre pretendenti: OpenAI, Perplexity e Yahoo. Secondo il CEO di DuckDuckGo, il prezzo di Chrome è superiore a 50 miliardi di dollari.
L’enorme investimento non è però l’unico ostacolo. Parisa Tabriz, general manager di Chrome, ha dichiarato durante la sua testimonianza che solo Google può sviluppare il browser, considerata l’interdipendenza con altri servizi dell’azienda di Mountain View. Ad esempio, le funzionalità Safe Browsing e quella che segnala le password compromesse sfruttano l’infrastruttura di Google. Ricrearle da zero è quasi impossibile o richiederebbero molti mesi.
Secondo un consulente del Dipartimento di Giustizia, Google potrebbe trasferire la proprietà di Chrome senza interrompere le funzionalità, quindi il disinvestimento è fattibile dal punto di vista tecnico. L’azienda californiana avrebbe inoltre diversi incentivi per continuare lo sviluppo di Chromium. Il codice del progetto open source viene ad esempio utilizzato da Android per visualizzare le pagine web.
Parisa Tabriz ha sottolineato che Google ha contribuito al 90% del codice dal 2015, investito centinaia di milioni di dollari e impiegato oltre 1.000 ingegneri. In caso di vendita ridurrà sicuramente le risorse per Chromium e nessun’altra azienda potrà contribuire allo stesso modo.
Google ha già confermato che presenterà appello contro la sentenza di primo grado e sicuramente chiederà di sospendere l’eventuale obbligo di vendita. Per conoscere l’esito finale passeranno ancora molti mesi.