Roma – Avrebbero utilizzato le proprie conoscenze informatiche per mettere a punto un codicillo malevolo piuttosto antipatico, capace di penetrare nei computer Windows non presidiati e di installare, com’è tipico dei trojan, una backdoor per l’accesso da remoto al computer. In tre, olandesi di 19, 22 e 27 anni, sono ora stati arrestati dalla polizia di Amsterdam.
Secondo i cybercop olandesi, i tre programmatori erano riusciti a diffondere il proprio trojan in mezzo mondo al punto da aver accesso ad almeno 100mila computer : così facendo sarebbero riusciti ad accedere ad account Paypal ed eBay , sfruttando i quali avrebbero acquistato molte merci a spese altrui.
Ma il trojan, diffuso così ampiamente, ha evidentemente consentito loro di dar vita ad una immensa botnet che secondo l’accusa avrebbero utilizzato anche per colpire con almeno un attacco del tipo DDoS (distributed denial-of-service) una società americana della quale per ora non è stato fatto il nome. Non è chiaro se l’aggressione fosse finalizzata all’ estorsione che sempre più è associata alle aggressioni informatiche di questo tipo, in cui chi non paga i ricattatori viene letteralmente “buttato fuori dalla rete” con un DDoS, appunto.
I cybercop olandesi hanno arrestato i tre nelle loro abitazioni provvedendo contemporaneamente al sequestro di quelli che in una nota vengono definiti “numerosi computer, documenti, conti bancari, denaro e una macchina sportiva”.
In verità l’operazione emersa da queste indagini potrebbe non finire qui : le forze dell’ordine che si occupano della vicenda hanno infatti lasciato intendere che già nelle prossime ore si potrebbero avere nuovi arresti collegati a questo stesso caso.