Roma ? Pochi avvenimenti come la clamorosa vicenda del DRM al rootkit distribuito da Sony BMG su milioni di CD hanno sollevato tanta attenzione e curiosità e non sorprende, dunque, che qualcuno sia andato a caccia di elementi che provino come quel rootkit “venga da lontano”.
Come riportano le cronache ora salta fuori qualche post – tuttora disponibile online – pubblicato negli anni da persone che hanno creato quel meccanismo tecnologico, post che potrebbero rivelarsi fonte di ulteriore imbarazzo per la multinazionale della discografia.
Come segnala Boing Boing , il 28 febbraio 2003 l’attuale detentore del dominio first4internet.com, cioé il dominio dell’azienda che ha fornito a Sony BMG le tecnologie DRM ora ritirate dal mercato , chiedeva in una mailing list tecnica, indicazioni su come limitare l’uso dei drive CD sui personal computer (“Is there a way that I can get the CDAUDIO filter driver example in the DDK to load and unload dynamically? I have used the addfilter app in the DDK to install it but the driver does not load until the next reboot”).
Come noto, rimuovere il rootkit installato sul PC dell’utente a sua insaputa quando ascolta uno dei CD infetti distribuiti da Sony BMG significa compromettere la stabilità del sistema e, in particolare, rendere inutilizzabile proprio il player CD.
La ricerca dei più curiosi non si è naturalmente fermata a quella email e, utilizzando l’indirizzo da cui quella mail è stata scritta, sono saltati fuori una serie di interessanti post su Usenet . E’ probabile che a queste scoperte ne seguiranno altre, utili a ricostruire la lunga storia di un software che ha attirato enorme attenzione sui meccanismi di Digital Rights Management (DRM) e ha portato a Sony BMG non pochi guai, compresa una class-action da parte di Electronic Frontier Foundation .
L’intera vicenda del rookit Sony BMG è disponibile qui