In una dichiarazione di intenti che apparentemente non lascia adito a dubbi, il vicepresidente responsabile della divisione TV di Sony Hiroshi Yoshioka “spara” la previsione secondo cui, entro il 2012, la corporation venderà televisori con tecnologia 3D nell’ordine del 30-50 per cento del suo intero parco in alta definizione .
Nonostante ancora si attenda la fantomatica adozione mainstream del formato di videodischi Blu-ray, procrastinata di Natale in Natale, gli schermi HDTV 3D sono già nei pensieri delle grandi protagoniste dell’elettronica di consumo come la “next big-thing” di un mercato condannato a innovare, bruciare se stesso e risorgere dalle proprie ceneri con frequenza regolare.
Ai televisori 3D – che per essere apprezzati al meglio necessitano di appositi occhialini a otturatore come già oggi capita nei pochi cinema che offrono questo tipo di esperienza – pensano in tanti incluse Panasonic, JVC, Samsung, Mitsubishi e naturalmente Sony. Più precisamente l’idea del colosso nipponico sarebbe quella di vendere schermi HDTV “3D ready” per un sovrapprezzo che non dovrebbe essere eccessivo, lasciando poi all’utente l’opzione dell’acquisto degli occhialini (prezzo stimato 200 euro) necessari alla visione in tre dimensioni di film e canali televisivi compatibili.
Osservando più da vicino questa idea, però, si scopre che il principale requisito della visione 3D (un refresh rate di almeno 120 Hz) è già presente e persino superato (sino a 200 Hz) in alcuni modelli di alto profilo commercializzati dalla multinazionale nipponica.
Qualora Sony volesse includere nel suo conteggio di HDTV 3D vendute anche questi modelli, la percentuale del 50 per cento entro il 2012 non sarebbe poi così difficile da raggiungere e la differenza tra televisori tridimensionali e “piatti” finirebbe per confondersi o persino sparire . Resta il fatto che Sony, 3D o non 3D, ha l’impellente necessità di far tornare profittevole il business delle televisioni dopo svariati anni passati a rincorrere la concorrenza.
Alfonso Maruccia