Dopo la distribuzione online dei film inediti e delle informazioni confidenziali sugli impiegati, dal vaso di Pandora della breccia aperta nei sistemi di Sony Pictures escono nuovi, imbarazzanti dati sensibili, questa volta riguardanti le star e le celebrità del business cinematografico.
Sony non ha evidentemente accettato di negoziare con i cybercriminali, che pure avevano tentato di estorcere una compensazione monetaria in cambio del proprio silenzio: nel tesoro trafugato sui server dello studio sono stati individuati ben 47mila record su lavoratori e affiliati Sony Pictures, personale che ha lavorato (o continua a lavorare) per la corporation tra cui si contano nomi in codice e nomi di rilievo pubblico internazionale come Silvester Stallone, Tom Hanks, Natalie Portaman, Judd Apatow (regista di Anchorman) e tanti altri. Fra i documenti, anche le motivazioni alla base della rinuncia di sony Pictures alla realizzazione del film incentrato sulla vita di Steve Jobs: la defezione di Leonardo Di Caprio prima e di Christian Bale, poi, candidati ad interpretare il fondatore di Apple.
Non manca nemmeno la rivelazione della corrispondenza privata fra i piani alti del management, e di un enorme archivio di password per account social e YouTube a tema cinematografico, e in questo caso il leak si fa più imbarazzante per Sony visto che a quanto sembra le informazioni erano conservate , in chiaro, in una cartella chiamata semplicemente “password”. Una conferma del fatto che, come ha dichiarato un impiegato anonimo della corporation, il team che si occupava della sicurezza del network Sony non fosse adeguato .
Procedono anche le indagini sui responsabili dell’attacco, e a quanto traspare dall’ analisi del codice del malware usato per compromettere i server la pista coreana è quella giusta. La Corea del Nord, principale indiziato dell’attacco, ha negato ufficialmente il proprio coinvolgimento tramite i canali diplomatici, senza però formulare alcuna condanna, anzi .
Quali che siano gli autori del cyber-attacco contro Sony, questa volta le autorità statunitensi sono intenzionate ad agire con un nuovo team specializzato alle dipendenze del Dipartimento di Giustizia. Il compito dell’unità: aiutare il settore privato a difendersi dal cyber-crimine.
Alfonso Maruccia