C’è tanta curiosità dietro ad un insolito brevetto registrato da Sony, che mette la tecnologia biometrica nei controller dei videogiochi. Lettori di impronte, sistemi di riconoscimento dell’iride o delle espressioni del volto vengono già utilizzati per l’identificazione incentrata sui tratti biologici degli individui, ma in questo caso i dati verrebbero utilizzati per calibrare la sfida.
Secondo Sony la mira del cecchino potrebbe ad esempio diventare più precisa quando l’utente è rilassato. Al contrario, la barra dell’energia potrebbe scendere più velocemente se il giocatore è agitato. Tendere i muscoli, gesto che comunque si compie involontariamente durante una sessione di gioco, potrebbe invece servire a resistere ad un attacco videoludico o a colpire ancora più duro.
Gli altri intriganti esempi parlano sempre di elementi (musica di sottofondo, ambientazione, livello di difficoltà generale…) che magari potrebbero cambiare in tempo reale a seconda del livello di stress del giocatore. Una bella opportunità per i game designer di domani e un altro passo verso quelle esperienze raccontate dai film di fantascienza.
Per il momento si tratta comunque di semplici fantasie legate ad un nebuloso concept. Gli schemi di progettazione utilizzati per il brevetto mostrano infatti dei sensori biometrici associati al classico controller DualShock, alle bacchette magiche stile PlayStation Move e ad un touchpad che ricorda quello utilizzato dalla nuova PS Vita . Molto probabilmente si comincerà a parlare di biometria con la prossima generazione di console.
Come noto, all’E3 del 2009 Nintendo annunciò il Vitality Sensor per Wii: una molletta da applicare sul dito della mano per leggere le informazioni biologiche dei giocatori. L’accessorio è scomparso dai radar ma la casa di Super Mario ha recentemente dichiarato che il progetto è ancora in piedi.
Roberto Pulito