La situazione avrebbe raggiunto un ulteriore punto critico, l’industria del cinema soffrirebbe di una malattia generata da un duplice attacco virale. Il primo, diffusosi per mezzo della crisi economica globale. Il secondo, cresciuto all’interno del vasto organismo chiamato tecnologia. Questo, in sintesi, il messaggio parafrasato che i vertici di Sony Pictures Entertainment hanno divulgato a quasi 7mila dipendenti.
Un comunicato video è dunque circolato all’interno delle varie divisioni di quella che attualmente rappresenta una delle grandi sorelle del film, contenente cattive notizie per più del 6,5 per cento della sua forza lavoro globale . A partire dal prossimo marzo, saranno 450 gli impiegati licenziati, in particolare quelli appartenenti alle divisioni dell’ home entertainment e dell’IT.
“Nel corso degli ultimi due anni – ha spiegato nel videomessaggio il vicepresidente Amy Pascal – le abitudini d’acquisto relative ai supporti DVD sono cambiate. Questo ha provocato enormi danni alla nostra azienda e a tutta l’industria nel suo complesso”. Dati riportati da The Los Angeles Times hanno mostrato come le vendite combinate di DVD e dischi Blu-ray negli Stati Uniti siano scese del 13 per cento nel corso del 2009 .
Colpa della crisi economica, ma anche (se di colpa si può parlare) dei nuovi servizi di streaming via Internet che permettono di bypassare il concetto stesso di disco fisico. Proprio verso le attuali tecnologie legate alla Rete sembrano aver puntato il dito i vertici di Sony Pictures, che avevano già tagliato 250 posti di lavoro lo scorso marzo.
Ora, a parte servizi di streaming video come Netflix, i dirigenti del colosso hanno parlato di downloading selvaggio, colpevole di aver sottratto montagne di denaro grazie a tecnologie sempre più avanzate di compressione video, anche di file molto grandi. A Sony Pictures non è dunque bastato il box-office da record nel 2009, che ha riversato nelle casse più di 3,5 miliardi di dollari in biglietti venduti.
Mauro Vecchio