I Sony Computer Science Laboratories (Sony CSL) hanno mostrato all’ Open House 2010 un nuovo dispositivo che segue il movimento degli occhi umani. Ma che ha l’obiettivo di guardare oltre, portando un nuovo modo di raccontare le cose di cui si è testimoni .
Il prototipo, sviluppato in collaborazione con l’Università di Tokyo, funziona seguendo il movimento dell’occhio umano e incrociando tale informazione con i dati raccolti dalla telecamera incastonata nel dispositivo: in questo modo può determinare l’oggetto di interesse dell’osservatore. Oltretutto le dimensioni sono ridotte al minimo, in modo da poter essere potenzialmente inserito in un normale paio di occhiali.
Il meccanismo, in pratica, è costituito da un LED a infrarossi montato sull’occhiale e proiettato verso la pupilla, e da un fotoricevitore che rileva la luce riflessa sul bulbo oculare in modo da individuare la posizione della sua parte nera e misurare così il movimento dell’occhio. Associando poi le tracce del movimento oculare con le immagine ripresa dalla telecamera può determinare l’oggetto su cui si è spostato lo sguardo.
Notevoli sono gli sviluppi futuri possibili con l’inserimento di questo tipo di tecnologia in un paio di occhiali (procedimento che, secondo Sony, sarebbe relativamente semplice) anche se alcune questioni rimangono irrisolte , come l’alimentazione. Nella dimostrazione del dispositivo, per esempio, è stata mostrata la funzione di riconoscimento di caratteri inglesi, capace di raccogliere dati, per esempio, sul titolo del libro su cui cade lo sguardo dell’utente. E, potenzialmente, in grado di copiare il testo che si sta leggendo.
Una volta risolta la questione dell’alimentazione, fattore discriminante per gli attuali dispositivi mobile, l’orientamento è quello della commercializzazione puntando su quello che viene definito il “lifelog” o “lifeblog”: non si tratterebbe di un semplice dispositivo di eyetracking, ma di un sistema per cambiare il modo di raccontare il mondo che si osserva. Oltre all’interpretazione dei caratteri Sony parla, per questo, di sistema GPS.
Claudio Tamburrino