Puntata numero tre della vicenda Sony Pictures, lq studio cinematografico colpito da ignoti cyber-criminali e “affondato” con la distribuzione, online, degli screener di produzioni ancora inedite . Questa volta interviene l’FBI, che diffonde un bollettino di sicurezza in merito a un malware particolarmente distruttivo “lanciato” contro le aziende statunitensi.
L’FBI ha inviato un rapporto confidenziale di cinque pagine al settore enterprise, avvertendo della presenza di una minaccia informatica in grado di cancellare le informazioni digitali e di renderne impossibile il recupero: questo malware sarebbe dunque la causa dei guai in cui è incappata Sony Pictures.
Le aziende rischiano di perdere (o di farsi rubare) tutto, ma per Sony il guasto è già fatto e i “leak” continuano senza sosta: dopo gli screener dei film inediti diffusi via P2P, ora tocca alle informazioni confidenziali su budget, indirizzi, numeri di assistenza sociale, salari e bonus per migliaia di impiegati e dirigenti finire online.
Nel frattempo i sistemi di Sony sono ancora in fase di ripristino , un ripristino che in certi casi prevede anche la sostituzione completa del PC compromesso dall’azione di #GOP, Guardians of Peace. È il segno evidente della pericolosità del malware di cui parlava l’FBI, mentre le autorità nordcoreane – le principali indiziate per la breccia – non negano il loro coinvolgimento e si limitano a dire: “Aspettate e vedrete”.
Alfonso Maruccia