Sony Pictures ha indubbiamente saputo volgere la situazione montata con il dispegarsi dell’impatto dell’attacco subito nelle scorse settimane: mentre Pyongyang strepita per negare il proprio coinvolgimento, appesa al filo di una connettività a singhiozzo, The Interview , presunto casus belli della cyberoffesiva operata dal team di Guardians of Peace (GOP), è stato lanciato con una strategia di distribuzione che sembra pagare.
Le continue interruzioni alla fragile connettività della Corea del Nord, che persistono da giorni e hanno finito per coinvolgere anche la rete mobile , non si concretizzano affatto nell’isolamento del paese: i messaggi diplomatici raggiungono il resto del mondo in maniera decisamente cristallina.
. @Akamai traffic to the country drops to zero as North Korea #Internet sees multi-hour outage on December 27: pic.twitter.com/c51p6cloLa
– StateOfTheInternet (@akamai_soti) 27 Dicembre 2014
“Obama, con le sue parole e le sue azioni, si comporta in maniera sconsiderata, come una scimmia nella giungla”, queste le parole veicolate da un portavoce delle autorità della Corea del Nord dall’agenzia di stampa di stato: gli States, che hanno riconosciuto in Pyongyang l’origine dell’attacco a Sony Pictures, che hanno promesso una reazione e che, attraverso le dichiarazioni di Obama avevano invitato Sony Pictures a meditare sulla propria decisione di cancellare l’uscita di The Interview dopo le minacce giunte dai cracker, sarebbero i responsabili dei malfunzionamenti della Rete del paese asiatico.
Gli Stati Uniti hanno negato il proprio coinvolgimento nei disservizi al network nordcoreano fermamente quanto la Corea del Nord ha negato il proprio coinvolgimento nell’offensiva condotta nei confronti di Sony Pictures. Gli esperti di sicurezza indipendenti, fra cui Bruce Schneier , invitano alla cautela nell’attribuire le colpe : alla luce di analisi linguistiche condotte sui messaggi trasmessi dai cracker, c’è chi dà credito ad una nuova pista che porterebbe alla Russia. Le speculazioni ad ogni modo si affollano e c’è chi non esita a ricondurre a Sony Pictures la responsabilità di una improbabile operazione pubblicitaria per accompagnare l’uscita del film.
Ma se appare poco credibile che la casa cinematografica abbia potuto intessere una campagna pubblicitaria tanto controversa, per le rivelazioni che continuano ad emergere dalla corrispondenza dei dirigenti, per i dati personali di star e dipendenti , certo è che Sony ha saputo giocare bene le proprie carte: nonostante la prudenza con cui aveva annullato l’uscita del film in seguito a certe minacce a sfondo terroristico, The Interview è stato proiettato in numerosi cinema, capace di incassare oltre un milione di dollari nel solo giorno di Natale, e distribuito in Rete per gli USA e il Canada.
#TheInterview is NOW PLAYING in select theaters! Find a theater near you: http://t.co/aEyyXDy8a0 pic.twitter.com/bNwr6PdsLw
– The Interview (@TheInterview) 25 Dicembre 2014
Fra le numerose piattaforme che hanno mediato il lancio di The Interview , Google con YouTube e Play e Microsoft con la piattaforma Xbox Video sono state della partita fin dall’inizio, Apple si è convinta ad aderire successivamente .
Fatta eccezione per sistemi DRM poco convincenti e per la concorrenza del file sharing , il lancio del film sembra essere andato per il meglio , con incassi che già superano i 15 milioni di dollari.
Gaia Bottà