Correva l’anno 2010. I vertici di Sony firmavano uno degli accordi più succulenti nella lunga storia della musica pop. La distribuzione globale dell’intera discografia di Michael Jackson – compresi alcuni duetti inediti – per la modica cifra di 250 milioni di dollari . Una spesa che avrebbe certamente goduto di una particolare protezione a livello informatico.
Il colosso nipponico era invece finito nel mirino dei cracker, con il network PSN in ginocchio. A quasi un anno da quel disastroso aprile, l’amara scoperta : il grande archivio con l’eredità artistica del re del pop è stato violato, con la conseguente fuoriuscita di almeno 50mila file musicali .
Stando ai dettagli pubblicati dalle varie testate internazionali, l’intrusione sarebbe legata a doppio filo con il gigantesco attacco al network di PlayStation. Gli aggressori sono così riusciti a scaricare l’intero catalogo di Jackson dai server controllati da Sony , sfruttando una specifica vulnerabilità poi risolta dallo stesso gigante giapponese.
Due i cittadini britannici arrestati su ordine della Serious Organised Crime Agency (SOCA). James Marks, 26 anni, residente a Daventry, Northamptonshire. James McCormick, 25 anni, di Blackpool. Entrambi hanno negato qualsiasi legame con gli attacchi ai server di Sony. Le autorità d’Albione avvieranno la macchina processuale nel prossimo gennaio.
Marks e McCormick sono infatti stati accusati di violazione delle leggi britanniche note come Computer Misuse Act e Copyright, Designs and Patents Act . Non è attualmente chiaro se i file acquistati da Sony siano finiti sulle principali reti BitTorrent o P2P . I vertici di Sony Music non hanno voluto rilasciare commenti sulla vicenda.
Mauro Vecchio