Non sono finite le brutte notizie legate alla sicurezza del circuito online di Sony: dopo l’ attacco subito dal PlayStation Network (PSN), anche il servizio Sony Online Entertainment (SOE) sembra esserne rimasto vittima. A dimostrazione che la ferita aperta dall’improvvisa esclusione della possibilità di installare un diverso sistema operativo (utilizzata soprattutto per Linux) sull’hard disk della PS3 e dalla conseguente denuncia a GeoHot, reo dello “sblocco” della PlayStation, sanguinerebbe molto più di quanto previsto dalla giapponese.
L’episodio più eclatante in quello che è diventata una battaglia che vede contrapposti Sony e gli smanettoni, cracker e hacker che si ritengono danneggiati dal repentino cambio di atteggiamento della giapponese, è l’attacco che PlayStation Network ha subito la settimana scorsa . Con esso sono andati offline i servizi PSN e Qriocity per sette giorni, i dati sensibili (comprese le password e, in alcuni casi, le carte di credito ) degli utenti registrati sono stati compromessi e di conseguenza ne è uscita danneggiata l’immagine di Sony.
Subito dopo aver ammesso l’attacco subito, d’altronde, la giapponese ha annunciato di star provvedendo a “ricostruire il sistema e rafforzare ulteriormente l’infrastruttura di rete”, introducendo per esempio nella gerarchia aziendale la figura del Chief Information Security Officer , e offrendo inoltre agli utenti impauriti dall’attacco ricchi premi e cotillon .
Gli annunci, tuttavia, sono stati seguiti dalla notizia secondo cui vittima dell’attacco cracker non sarebbero solamente PSN e Qriocity, ma anche Sony Online Entertainment (SOE), circuito dedicato ai giochi sviluppati per PC. I dati degli utenti SOE sarebbero stati compromessi anche prima di quelli di PSN, dal momento che l’attacco risulta risalire alla notte tra il 16 e il 17 aprile, un giorno prima rispetto a quello subito da PSN.
Ad essere rubati sono stavolta i nomi, gli indirizzi, le email, le date di nascita, i numeri di telefono e le altre informazioni condivise dagli utenti del circuito, nonché quelli contenuti in un database relativo a utenti risalenti a prima del 2007 , 23.400 netizen austriaci, tedeschi, olandesi e spagnoli di cui Sony deteneva circa 10.700 ricevute di versamento.
Il nuovo attacco sembra aver permesso ai cracker di rubare circa 12.770 numeri di carte di credito di clienti Sony e un totale di altri 24,6 milioni di utenti .
Sony, che afferma di non aver notizie circa un effettivo utilizzo dei dati rubati, dichiara di aver divulgato solo ora la notizia perché solo ora ne è venuta a conoscenza .
Anche per gli utenti SOE Sony promette trenta giorni di abbonamento gratuito e un giorno in più per ogni giorno in cui il servizio resterà offline.
Claudio Tamburrino