Correva l’anno 1979, il mese di luglio più precisamente. Il mondo discografico stava per essere scosso dalla pubblicazione di The Wall da parte dei Pink Floyd, mentre ancora tentava di riprendersi dal ceffone assestato un paio di stagioni prima dall’esplosione del fenomeno punk. Alle porte l’incognita degli anni ’80, di cui solo oggi possiamo valutare l’impatto. Questo il contesto in cui fu introdotto un dispositivo capace di cambiare per sempre l’universo musicale: il Walkman.
Il Walkman compie 40 anni
In questi giorni Sony ne celebra i 40 anni, anche ripercorrendone in sintesi la storia con il filmato visibile di seguito. Dal modello TPS-L2 caratterizzato dalla sua inconfondibile livrea blu e argento alle versioni successive, di ogni forma e colore, tutte unite da un comune denominatore: uno sportellino in grado di accogliere al suo interno una musicassetta (da qui “mangianastri”, “mangiacassette”). Sono poi arrivati i Discman compatibili con i CD e così addio ai pulsanti Forward e Rewind, poi è stata la volta degli MP3 e di altri formati digitali che ancora oggi portiamo con noi in smartphone e tablet.
https://www.youtube.com/watch?v=YH2T94XWqck
La produzione dell’ultimo Walkman risale al 2012, ma è ancora possibile trovarne di altri marchi e brand sugli store online. Oggi, nonostante nel bel mezzo dell’era dominata dallo streaming una nicchia di appassionati abbia riportato in auge i vinili e persino le musicassette, rimane un bel ricordo esclusivo di chi ha più di qualche primavera alle spalle. Qualche mese fa il CERN ne ha regalato uno a Tim Berners-Lee, per festeggiare i 30 anni del WWW.
Nel 2019 si celebra quel parallelepipedo di plastica dall’aspetto un po’ vintage con la consapevolezza che, forse, anche da quell’intuizione è passato il percorso di evoluzione delle modalità di fruire la musica. Al lancio venne da più parti etichettato come un fallimento annunciato per via della sua incapacità di registrare. Mai previsione fu meno azzeccata. Il lancio in Giappone (1 luglio 1979) è stato seguito nel maggio dell’anno successivo dal debutto in Europa e negli Stati Uniti. Il resto è storia.