È una guerra ormai aperta, tra i vari protagonisti del web e il famigerato disegno di legge anti-pirateria noto come Stop Online Piracy Act (SOPA). Giganti del calibro di Google, Facebook e Twitter sono pronti alla cyber-resistenza , ad una serrata dei rispettivi spazi online per protestare contro le nuove misure statunitensi al vaglio del Congresso.
Lo spazio per le ricerche web sul motore di BigG potrebbe ora tendere al nero-censura, così come tra i meandri di Tumblr sono apparsi messaggi urgenti sui potenziali rischi portati da SOPA all’intimo funzionamento di Internet. C’è chi ha infatti sottolineato come piattaforme in stile Reddit possano presto scomparire per la presenza di materiale sgradito all’industria dei contenuti.
Proprio tra i vari protagonisti dell’industria si è ormai scatenato il dilemma più amletico: appoggiare o non appoggiare le misure anti-pirateria previste da SOPA? I vertici della Electronic Software Association (ESA) non sembrano avere dubbi, sottolineando come il disegno di legge possa tutelare efficacemente la produzione dell’ingegno e dunque l’economia a stelle e strisce.
È pur vero che società affiliate come Sony e Nintendo hanno optato per una parziale marcia indietro , in attesa di cambiamenti significativi al testo presentato al vaglio del Congresso. A mettere la retro era stato anche il registrar Go Daddy, travolto dalla migrazione del dissenso dei suoi domini associati.
I vertici di Go Daddy hanno ora mostrato i muscoli contro il disegno di legge, gridando alla più che probabile ondata censoria nei confronti del web. Mentre il columnist del New York Times David Carr ha ricordato quando l’industria si oppose alla distribuzione delle videocassette. Posizioni anacronistiche che rischierebbero di snaturare le infinite potenzialità della Rete.
Mauro Vecchio