A pubblicarla in esclusiva è stata la redazione della testata specializzata TorrentFreak . Una delle ultime presentazioni preparate dal general counsel della Recording Industry Association of America (RIAA) Victoria Sheckler, in un incontro con la International Federation of Phonographic Industry (IFPI) nello scorso aprile. Soliti temi, dal cruciale futuro dell’industria discografica alla pirateria digitale. C’è un dettaglio che ha lasciato di stucco gli osservatori della Rete. Nella parte dedicata al famigerato disegno di legge Stop Online Piracy Act (SOPA), Sheckler ha parlato di uno “strumento legislativo non efficace per combattere il fenomeno pirateria”. Nel momento in cui l’opposizione è diventata virale su Internet – scatenata da Google, secondo RIAA – le due proposte SOPA/PIPA sono “morte all’improvviso” .
Gli stessi netizen avrebbero dunque sviluppato un sentimento di forte sdegno, estesosi rapidamente a tutte quelle misure volte alla tutela del diritto d’autore sulle nuove reti di comunicazione elettronica. Le varie net company sarebbero diventate estremamente sensibili alle forme di tutela volute dall’industria , mobilitandosi contro SOPA con diverse iniziative sparse tra i vasti meandri del web.
Secondo Sheckler, l’imposizione di una forma di responsabilità nei confronti dei provider non avrebbe comunque risolto il problema. I principi legislativi del fair use (uso legittimo) o dell’utilizzo libero di opere in pubblico dominio avrebbero comunque rappresentato degli ostacoli alla piena tutela prevista da SOPA . Quali sono allora le misure più efficaci secondo le grandi etichette della musica?
RIAA è tornata sui cosiddetti copyright alert , le notifiche graduali in stile francese. Secondo Sheckler, gli utenti sarebbero più sensibili a misure come ad esempio il soffocamento della banda o addirittura la disattivazione di una utenza telefonica . I vari provider statunitensi potrebbero minacciare con le disconnessioni i pirati, solo a quel punto costretti a modificare le proprie abitudini.
Mauro Vecchio