Un piano alternativo , che bilanci al meglio le esigenze dell’industria legata al copyright e quelle di chi teme uno stravolgimento radicale dell’intima natura di Internet. Un gruppo di senatori statunitensi ha così proposto una strategia legislativa alternativa a quella prevista dai disegni noti come PROTECT IP Act e Stop Online Piracy Act (SOPA) .
Ai vertici della International Trade Commission (ITC) verrebbe assegnato un forte potere sanzionatorio, gestendo il destino di un gran numero di piattaforme colte in violazione del diritto d’autore. I legittimi detentori potrebbero dunque avviare una specifica richiesta per ottenere un’ordinanza di tipo cease-and-desist a carico delle attività online di certi siti .
In sostanza , solo quelle piattaforme impegnate in maniera “primaria” e “volontaria” nella violazione del copyright su larga scala dovrebbero rischiare la chiusura su ordine dell’industria e dunque della ITC. Alle piattaforme verrebbe comunque garantita la facoltà di fare ricorso prima di una decisione effettiva della commissione a stelle e strisce .
In caso di condanna, verrebbe ordinato il taglio di tutti i ponti economici verso un determinato spazio web . Coinvolgendo società di credito come Visa o Mastercard e grandi signori dell’ advertising . La proposta dei senatori statunitensi non contempla però i blocchi a mezzo DNS da imporre ai provider o la deindicizzazione per i motori di ricerca.
E qui è insita la grande differenza con quanto prevedono il PROTECT IP Act e il SOPA, che invece vorrebbero coinvolgere tutti i protagonisti del web nella lotta alla pirateria. Il presidente di Google Eric Schmidt ha ora sottolineato come possano risultare più efficaci delle modifiche legislative per bloccare i pagamenti verso i siti illeciti.
Mauro Vecchio