Roma – Renato Soru, il fondatore di Tiscali, ha spiegato che l’ora del “tutto gratis” sulla rete è finita. L’uomo che ha lanciato dalla Sardegna quello che oggi è divenuto un importante provider pan-europeo sfruttando proprio il successo del concetto di “free internet” ritiene che sia giunto il momento di pensare e sfruttare le opportunità della rete in modo diverso.
“Non si capisce – ha dichiarato Soru al Road Show del Nuovo Mercato – perché in internet notizie, informazioni, musica e quant’altro debbano essere free mentre le stesse cose costano, e molto, in edicola, in libreria, o in qualsiasi negozio”.
L’inventore della freelosophy ha spiegato che a dominare come modello di business per un provider internet oggi rimane naturalmente l’accesso, la connettività, ma ha anche sottolineato che questa situazione a suo parere non reggerà a lungo e la bilancia peserà a favore dei contenuti a pagamento. “Come tutte le nuove tecnologie – ha detto – all’inizio nessuno sa cosa farsene e non è in grado di dire qual è il business model” da seguire. Tra un decennio, ipotizza Soru, magari “ci guarderanno come degli stupidi perché cercavamo di guadagnare sulla connessione”.
Per il presente e il futuro di Tiscali Renato Soru non vede ombre. “Un anno fa – ha spiegato – ci dicevano che il cuore di internet erano i portali e che l’accesso non contava nulla e non generava revenue. I portali sono falliti e quelli sopravvissuti non versano in buone condizioni, noi siamo ancora qua e siamo cresciuti”.
Secondo Soru entro l’anno Tiscali sarà in pareggio di bilancio ma più che i bilanci, ha spiegato, per un’azienda europea conta di più che le radici non si secchino, che la “pianta sia solida”.