PRS For Music, che rappresenta 115mila soggetti fra edizioni e autori di brani musicali britannici, ha raggiunto un accordo con SoundCloud: la piattaforma musicale lanciata nel 2008 conta ora 175 milioni di utenti e solo di recente ha scelto di costruire un proprio modello di business basato su advertising e abbonamenti per mettere a frutto la propria popolarità nel fiorente mercato dello streaming musicale.
SoundCloud era stata chiamata in causa nei mesi scorsi per non aver corrisposto le royalty che PRS da tempo richiedeva, e per essersi limitata a rimuovere solo parte dei brani segnalati dai detentori dei diritti come messi a disposizione in violazione del copyright. La piattaforma musicale, a suo tempo, aveva ricordato di essere nel pieno delle operazioni di negoziazione con l’industria della musica, a partire da colossi come Warner , gli indipendenti di Merlin e l’americana NMPA.
Ora, in vista dell’avvio in Europa del servizio di streaming supportato da abbonamenti e advertising, SoundCloud e PRS For Music hanno annunciato di aver raggiunto un accordo che permetterà “a più creatori di iniziare a guadagnare più denaro dai propri brani, in più paesi”.
Le ostilità si chiudono dunque con un accordo di licensing di cui non sono noti i dettagli relativamente alle utilizzazioni passate, alle compensazioni future e alle caratteristiche multiterritoriali delle licenze. Le parti informano che al repertorio di PRS verrà attribuita una “equa” compensazione e che l’accordo permetterà ai detentori dei diritti e alla piattaforma di lavorare fianco a fianco per il lancio del nuovo servizio europeo, per valorizzare il ruolo del servizio di streaming presso i creatori e per migliorare il sistema di distribuzione delle royalty e la classificazione dei brani anche attraverso l’affinamento della gestione dei metadati.
Gaia Bottà