SpaceX ha portato in orbita altri 60 satelliti della costellazione Starlink che fornirà un servizio di connettività a banda larga in zone non coperte dalla tradizionale fibra ottica. Con questo 28esimo lancio è stato completato il primo “guscio” orbitale, ovvero la copertura ad un’altitudine di 550 Km. In totale sono previsti cinque gusci, se non ci saranno problemi.
La costellazione Starlink cresce ancora
Come molti lanci precedenti anche quello di mercoledì è avvenuto dallo Space Launch Complex 40 (SLC-40) della Cape Canaveral Space Force Station in Florida. Per questa missione è stato utilizzato il primo stadio B1063 del razzo Falcon 9. Si tratta del suo secondo lancio dopo quello che ha portato in orbita il satellite Sentinel-6 Michael Freilich a novembre 2020. Lo stadio è ritornato sulla Terra, toccando la piattaforma drone “Just Read the Instructions” nell’Oceano Atlantico. Tutte le fasi sono visibili nel video:
Come detto, con questo lancio è stata completato il primo guscio della costellazione. Attualmente ci sono in orbita 1.584 satelliti funzionanti ad un’altitudine di 550 Km con un’inclinazione di 53° rispetto all’Equatore. SpaceX potrà quindi fornire il servizio di connettività all’80% del mondo.
La costellazione sarà formata da cinque gusci. Gli altri quattro avranno inclinazioni differenti e saranno composti da un numero variabile di satelliti. In ogni caso tutti verranno posizionati in LEO (Low Earth Orbit) tra 540 e 570 Km di altitudine. Al termine della prima fase, la costellazione sarà composta da 4.408 satelliti.
Inizialmente i satelliti degli altri quattro gusci dovevano essere posizionati tra 1.100 e 1.300 Km, ma la FCC ha approvato la richiesta di SpaceX per ridurre l’altitudine. Per questo motivo Viasat ha chiesto di bloccare i prossimi lanci.