Il primo stadio del razzo Falcon 9 è finito in mare dopo aver toccato la nave drone A Shortfall of Gravitas nell’Oceano Atlantico. SpaceX ha quindi posticipato il lancio previsto nella stessa giornata di mercoledì 28 agosto. La FAA (Federal Aviation Administration) degli Stati Uniti ha avviato un’indagine sull’accaduto, quindi sono sospesi tutti i voli.
Conseguenze per le prossime missioni?
Il primo stadio del Falcon 9 (B1062) era stato utilizzato 23 volte. Al termine della sua 24esima missione si è ribaltato finendo nell’oceano, probabilmente a causa del cedimento di un supporto di atterraggio. SpaceX dovrà ora esaminare i dati per scoprire la causa del problema tecnico.
Come accade in questi casi, la FAA ha avviato un’indagine. Non ci sono stati danni per cose e persone sulla Terra (la nave drone si trova al largo della costa della Florida). La FAA deve però avere la certezza che non si verifichino simili incidenti in futuro.
Il ripristino dei voli del razzo Falcon 9 avverrà quando la FAA accerterà che qualsiasi sistema, processo o procedura correlato all’anomalia non influisca sulla sicurezza pubblica.
L’indagine non dovrebbe durare a lungo. In seguito all’esplosione nello spazio del 12 luglio, SpaceX ha ricevuto il via libera circa due settimane dopo. Tuttavia potrebbero esserci conseguenze per la roadmap.
La missione Polaris Dawn è stata già posticipata. Le condizioni meteo previste al rientro non garantiscono la sicurezza dell’equipaggio (la Crew Dragon Resilience non porterà gli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale). SpaceX ha comunicato che le previsioni meteo sono ancora negative.
Per il 24 settembre è stata invece programmata la missione Crew-9, già posticipata per “colpa” di Boeing Starliner. Considerata la frequenza, il singolo ritardo per un lancio avrà conseguenze per quelli successivi.
Aggiornamento (31/08/2024): la FAA ha permesso ieri sera a SpaceX di riprendere le attività, ma l’indagine è ancora in corso. Stamattina sono stati effettuati due lanci dalla Vandenberg Space Force Base in California (21 satelliti) e dalla Cape Canaveral Space Force Station in Florida (21 satelliti).