Tra le ambizioni di Elon Musk anche quella di creare una costellazione di satelliti in orbita intorno alla Terra capace di fornire un servizio di connettività e in grado di debellare una volta per tutte la piaga del digital divide. Il progetto Starlink di SpaceX ha già visto inviare a circa 550 Km da noi 480 unità: una volta raggiunto il numero di 800 l’azienda potrà iniziare a offrire l’accesso a Internet in una parte degli Stati Uniti.
SpaceX ha mandato in orbita migliaia di computer Linux
Un’infrastruttura complessa in cui sono già integrati anche 32.000 computer Linux e oltre 6.000 microcontroller. A parlarne gli ingegneri e responsabili della società intervenuti in una sessione AMA (Ask Me Anything) su Reddit. Si tratta di macchine non dotate di una distribuzione off-the-shelf, bensì personalizzata per rispondere a esigenze specifiche, con patch PREEMPT_RT.
Di recente SpaceX ha depositato presso la Federal Communications Commission la richiesta ufficiale per mandare in orbita 30.000 unità di satelliti di seconda generazione in aggiunta alle 12.000 per le quali ha già ottenuto il via libera. Ipotizzando che anche questa nuova evoluzione della tecnologia debba essere accompagnata dallo stesso numero di computer Linux, il conteggio complessivo di quelli che Musk e i suoi hanno intenzione di inviare nello spazio entro i prossimi anni sale a circa due milioni.
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Non tutti sono però entusiasti del progetto Starlink: tra coloro che hanno sollevato dubbi e perplessità alcuni esponenti della comunità di astronomi, preoccupati che un tale numero di dispositivi in formazione intorno alla Terra possa impedire una corretta osservazione del cosmo ponendosi tra gli strumenti impiegati dai ricercatori e gli oggetti studiati.