Nei giorni scorsi Elon Musk e la sua SpaceX hanno ufficialmente dato il via all’ambizioso progetto Starlink, portando in orbita tramite il razzo Falcon 9 i primi satelliti che entro i prossimi anni andranno a coprire in modo capillare lo spazio intorno alla Terra, così da fornire al suolo un servizio di connettività a banda larga. L’obiettivo è quello di assestare un colpo significativo alla piaga del digital divide che ancora affligge alcuni territori a livello globale.
SpaceX Starlink: satelliti in formazione
Nella tarda serata del 25 maggio l’astronomo olandese Marco Langbroek ha calcolato la loro posizione ed è riuscito a riprenderli. Il risultato è quello visibile in streaming di seguito. Per registrare il filmato non è stata utilizzata un’attrezzatura dedicata alla fotografia astronomica, ma una videocamera WATEC 902H per la sorveglianza, in grado di catturare fonti luminose anche di bassa intensità in ambienti bui, equipaggiata con un’ottica Canon FD 1.8/50 mm. Sono 56 gli oggetti avvistati, uno in fila all’altro. All’appello ne mancherebbero dunque 4: quelli lanciati la scorsa settimana dall’azienda americana sono in totale 60.
Altri un po’ da tutto il mondo (le segnalazioni provengono da Australia, USA e UK) hanno avvistato le dei puntini luminosi muoversi nella volta celeste in modo coordinato e compatto. Qualcuno, non essendo a conoscenza del progetto Starlink, si è immediatamente riversato sui social per lanciare un allarme UFO. Stando alle previsioni, i satelliti torneranno a ripresentarsi in cielo per qualche giorno, due o tre volte ogni 24 ore.
L’azienda di Elon Musk ha in programma di arrivare entro pochi anni a lanciarne migliaia, lasciandoli poi orbitare intorno al pianeta a un’altezza compresa tra 340 e 550 Km. Ognuno dei satelliti pesa 227 Kg ed è dotato di un pannello in grado di assorbire i raggi solari così da generare l’energia necessaria al posizionamento e al funzionamento. La rete di Starlink verrà accesa e diverrà operativa non appena sarà composta dalle prime 800 unità.