Il prototipo Starship SN15 di SpaceX ha superato con successo il test di altitudine (10 Km), ritornando sulla base di lancio senza esplodere (come i suoi predecessori). Ma prima di portare gli astronauti sulla Luna (Blue Origin permettendo) devono essere effettuati altri test. Uno di essi prevede un volo orbitale dal Texas alle Hawaii.
Starship volerà per 100 Km
Starship è la navicella che verrà utilizzata per le future missioni spaziali, in particolare per Artemis III nel 2024 che riporterà l’uomo sulla Luna dopo oltre 50 anni. Un documento pubblicato sul sito della FCC (Federal Communications Commission) descrive sommariamente un test di volo orbitale che si svolgerà in una data al momento ignota.
SpaceX scrive che il decollo avverrà come sempre dalla Starbase di Boca Chica (Texas), ma stavolta verrà utilizzato il sistema di lancio completo. Starship è infatti il secondo stadio, mentre il primo stadio (o booster) è Super Heavy, un potente razzo alto 70 metri. Il booster si separerà da Starship dopo circa 170 secondi e ritornerà sulla Terra nel Golfo del Messico a circa 32 Km dalla costa.
Lo Starship continuerà a volare e raggiungerà l’isola di Kauai (Hawaii). La navicella non atterrerà su una nave drone, come avviene per il razzo Falcon 9, ma effettuerà un ammaraggio “soft” nell’Oceano Pacifico a circa 100 Km dalla costa nordovest. L’intero volo dovrebbe durare 90 minuti e 20 secondi.
Nel documento è scritto che “SpaceX intende raccogliere quanti più dati possibile durante il volo per quantificare le dinamiche di ingresso e comprendere meglio cosa succede al veicolo in un regime di volo estremamente difficile da prevedere o replicare con precisione a livello computazionale. I dati di volo raccolti dal test di Starship verranno utilizzati per effettuare eventuali modifiche al design del veicolo e per creare modelli migliori da utilizzare nelle nostre simulazioni interne“.