Non c’è solo la Consob a mandare messaggi di allarme agli investitori ammonendo circa i pericoli legati alle criptovalute. In Spagna, infatti, l’omologa autorità di controllo sulla Borsa (CNMV) avrà ora il compito di vigilare sul marketing di Bitcoin e affini, dunque con potere di controllo e sanzione in relazione a messaggi ingannevoli e campagne promozionali fuori dai limiti di legge.
Spagna, stretta sulle criptovalute
La stretta parte dalle campagne pubblicitarie vere e proprie e arriva ad una stretta sugli influencer, così da annichilire un’informazione fin troppo frivola e fuori controllo dalla quale dipendono però capitali estremamente cospicui. Secondo Milano Finanza la stretta sulle pubblicità sarà gravata da un controllo preventivo:
Le campagne pubblicitarie rivolte a oltre 100 mila persone dovranno perciò ottenere un’autorizzazione preventiva da parte della Cnmv che potrà così verificare la completezza delle informazioni fornite al pubblico circa i rischi dell’investimento in criptovalute. Le campagne sotto questa soglia saranno sottoposte ai medesimi requisiti e al medesimo controllo che avverrà però soltanto ex post. La Cnmv potrà infatti imporre la cessazione o la rettifica di campagne marketing ingannevoli o incomplete.
Ogni annuncio dovrà riportare relativo disclaimer: “gli investimenti in criptovalute non sono regolati, potrebbero non essere adeguati al retail e comportano il rischio di perdere l’intero capitale impegnato“. Laddove non arriva la conoscenza, insomma, dovrà arrivare un avviso alla cautela, così da compensare eventuali deficit nella consapevolezza del rischio. Un modo come un altro, insomma, per evitare il pericolo di truffe e meglio regolamentare un settore che rischia altrimenti le deviazioni del Far West.
Gli influencer non saranno esclusi: qualunque persona fisica che svolga attività promozionale per conto terzi dovrà attenersi a medesime prescrizioni. La Spagna porta dunque avanti un passo nella direzione del controllo, tentando di prendere in mano la situazione per evitare di lasciare gli utenti alla mercé di eventuali tentativi di truffa legati all’hype dei crypto-asset. Si tratta di un caso interessante che potrà fare scuola a livello europeo: i moniti di Paolo Savona sul tema (“le criptovalute sono speranza di guadagno“) sono stati più volte reiterati, ma ancora non si è arrivati a decisioni incisive – pur se per molti versi ancora superficiali – come quelle sancite in Spagna.