Una tassa sulle applicazioni di chat: la proposta in Spagna

In Spagna una tassa su WhatsApp, Skype e Telegram?

Applicare un'imposta alle aziende che gestiscono le applicazioni di chat, sulla base dei ricavi generati: la proposta arriva dalla Spagna.
In Spagna una tassa su WhatsApp, Skype e Telegram?
Applicare un'imposta alle aziende che gestiscono le applicazioni di chat, sulla base dei ricavi generati: la proposta arriva dalla Spagna.

Non una vera e propria Digital Tax come quella che l’Europa si appresta a introdurre entro fine anno, ma una tassa sulle applicazioni e i servizi di messaggistica: a proporla è la Spagna come confermato alla stampa da Roberto Sanchéz, Segretario di Stato per le Telecomunicazioni e le Infrastrutture Digitali. Interessate le realtà che forniscono strumenti dedicati alle chat.

Una tassa sulle chat: l’idea spagnola

La misura, se approvata e integrata nell’impianto normativo iberico, andrà a riguardare WhatsApp, Skype, Telegram, Messenger, iMessage e altre piattaforme attraverso le quali gli utenti possono intrattenere conversazioni. Madrid è intenzionata a chiedere 1 euro per ogni 1.000 euro di entrate generate da questo tipo di servizi, ma solo alle aziende con un fatturato locale annuo superiore a 1.000.000 euro.

Stando alla dichiarazione di Sanchéz la misura si è resa necessaria poiché questi strumenti “hanno cambiato il modo in cui fruiamo dei servizi di comunicazione”. Il testo è contenuto nella Ley General de Telecomunicaciones (Legge Generale sulle Telecomunicazioni) attraverso la quale il governo intende ammodernare l’impianto legislativo che regola il settore tenendo conto delle nuove dinamiche. Nel mese di ottobre i cittadini potranno fornire le loro opinioni in merito durante una fase di consultazione pubblica e solo successivamente la proposta verrà sottoposta a votazione.

Non è chiaro in che modo dovrebbero essere calcolati gli introiti, essendo i servizi in questione del tutto gratuiti ad esclusione di alcune funzionalità premium. Da valutare anche eventuali ripercussioni sugli utenti: non è da escludere che per far fronte al versamento dell’imposta le aziende che gestiscono i servizi (Facebook, Microsoft, Apple ecc.) scelgano di introdurre una tariffa o una qualche forma di advertising in modo da monetizzarne l’attività.

Fonte: Somag News
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Pubblicato il
15 set 2020
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