Spam, 236 milioni di dollari di multa

Spam, 236 milioni di dollari di multa

Marito e moglie sono finiti nelle maglie della giustizia e sono stati condannati a risarcire un provider statunitense di una cifra colossale
Marito e moglie sono finiti nelle maglie della giustizia e sono stati condannati a risarcire un provider statunitense di una cifra colossale

Lui si chiama Henry Perez, lei Suzanne Bartok, e in queste ore i loro nomi sono sulla bocca di tutti: sono due dei pochissimi spammer fin qui portati sotto processo e condannati . La sentenza prevede un risarcimento di 236 milioni di dollari che dovranno consegnare nelle mani di un provider statunitense che avevano bombardato di email e che per questo li aveva denunciati.

Stando alle cronache il giudice che ha giudicato la coppia ha ritenuto che la sanzione dovesse essere calcolata nell’ordine dei 10 dollari per ogni mail spammatoria inviata al provider CIS Internet Services , un operatore dell’Iowa che per quattro mesi nel 2003 ha subito il bombardamento di posta-spazzatura.

Nella ricostruzione del processo è stato stabilito che moglie e marito avessero impiegato il kit Bulk Mailing 4 Dummies per inviare tonnellate di posta, costringendo poi il provider ad un upgrade dei propri sistemi e all’installazione di nuovi filtri, ostacolando quindi la funzionalità della sua rete e producendo un relativo danno all’attività commerciale.

Ma perché inviare milioni di email spammatorie ad un provider relativamente “piccolo” come CIS tutti i giorni? Secondo i responsabili del provider ciò si deve con ogni probabilità ad un fraintendimento della coppia, ossia al fatto che il dominio del provider, cis.net, è assai simile a cis.com, ovvero al dominio di CompuServe , l’azienda che prima di essere assorbita da America Online per anni è stato uno dei provider di punta del mercato statunitense.

La condanna di Henry e Suzanne arriva dopo una serie di altre condanne che CIS ha ottenuto contro spammer che hanno bombardato le proprie reti: molte le multe e le sanzioni irrogate dai tribunali, ben pochi i denari però rientrati nelle casse del provider. Le pur rare sentenze contro gli spammer si sono concluse più volte con l’imposizione di risarcimenti stellari, ma deve ancora giungere notizia di uno spammer che abbia pagato l’intera somma, o anche solo una parte importante di quella somma. Che la coppia ora condannata sia in grado di rifondere il provider lo dubitano tutti. Il provider considera comunque la sentenza una importante vittoria, e ascrive proprio al ricorso in tribunale contro gli spammer il fatto che negli anni lo spam contro il proprio network sia andato calando.

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Pubblicato il
10 ott 2008
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