Arriva dicembre ed è tempo dei consueti report riassuntivi su ogni aspetto dello scibile umano, e il digitale non fa certo difetto in tal senso. Uno di questi rapporti lo ha pubblicato la community di Project Honey Pot , sforzo corale di raccolta e analisi statistica dei messaggi di spam telematico che ha recentemente “agganciato” la sua miliardesima mail-spazzatura in cinque anni di attività .
In occasione di questo traguardo “storico”, il network che raccoglie i contributi di “decine di migliaia di amministratori di server web ed email da più di 170 paesi in tutto il mondo” (tenendo sotto controllo le truffe e gli abusi telematici e collaborando anche con le società di sicurezza) si è guardato un attimo indietro mettendo insieme alcune, interessanti statistiche sui trend dello spam.
Il numero di messaggi monnezzaware bruciati negli ultimi 5 anni, tanto per cominciare, è enormemente più alto rispetto al “semplice” miliardo catturato dalle “honeynet” facenti capo a Project Honey Pot. Nel rapporto si stima che, per ogni email agganciata, ne sono state spedite 125mila ad altrettanti utenti, per cui il numero totale di messaggi-spazzatura del periodo 2004-2009 ammonterebbe a 125 trilioni , 125 milioni di milioni.
Numeri così imponenti sottintendono un trend di crescita continua e quasi esponenziale, e non a caso la rete di PHP ha individuato un 378% in più di bot in attività anno dopo anno. Lo spam è cresciuto quadruplicando il volume di bit movimentati per mezzo delle reti di PC zombificati, sostiene il rapporto di PHP, mentre per quanto riguarda l’attività in tempo reale delle botnet, nel solo 2009 sono stati individuati 400mila terminali spammatori operanti quotidianamente.
Vista la natura globale delle sue attività, PHP è in grado di fornire dati statistici riguardanti anche la situazione dello spam e della sicurezza IT nelle varie parti del mondo . In relazione alla suddetta sicurezza IT, in particolare, il rapporto suddivide il numero di spam-bot attivi in una zona per il numero di professionisti IT presenti nella stessa area. Il risultato è un “indice” della sicurezza IT che mette al primo posto la Finlandia e all’ultimo la Cina.
La classifica dei paesi degni del titolo di “peggiori spammer” mette poi al primo posto gli Stati Uniti (al sesto posto come migliore sicurezza IT) seguiti da Spagna, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti, Hong Kong, Romania, Gran Bretagna, Cina, Sud Africa e Germania. Non è un caso che le autorità teutoniche abbiano deciso di spendere il denaro dei contribuenti per finanziare la lotta alle infezioni informatiche e liberarsi così della poco invidiabile “preferenza” assegnata al paese dagli spammer.
Alfonso Maruccia