L’80 per cento delle comunicazioni email scambiate nel mondo è rappresentata dallo spam. Non si tratta semplicemente di invadenti scocciature o di missive truffaldine, peraltro spesso ben imbrigliate dai filtri predisposti dai gestori dei servizi posta elettronica: quello dello spam è un problema che colpisce soprattutto le aree del mondo che godono di infrastrutture di connettività meno prestanti, messe a dura prova dalla mole di traffico generato dalle comunicazioni indesiderate.
È per questo motivo che Internet Society ( ISOC ) e il gruppo di ricerca dedicato alle telecomunicazioni che opera in seno a ITU ( ITU-D ) hanno stipulato un accordo incentrato sullo studio e sulla messa a punto di strategie a lungo termine che sappiano combattere il problema dello spam e della congestione che pesa sulle infrastrutture dei paesi meno innervati di connettività.
La collaborazione tra ITU e ISOC mira a garantire un maggiore e proficuo scambio di competenze fra gli esperti di diversi paesi del mondo, promuovendo nei paesi emergenti delle campagne informative e di formazione per gli operatori di settore, che potranno essere formati dal punto di vista tecnico, e basarsi sulle best practice documentate a livello internazionale.
“Se da una parte l’industria delle telecomunicazioni e le community di Internet hanno fatto grandi passi avanti nel creare soluzioni e strumenti tecnici per combattere lo spam – ha spiegato Brahima Sanou, a capo di ITU-D – c’è bisogno di creare consapevolezza nei paesi emergenti e in via di sviluppo riguardo a questi avanzamenti in materia di tecnologie, di policy e di processi industriali e di distribuire in maniera uniforme le competenze a disposizione”. ( G.B. )