Londra – C’è voluta una multa da 11,7 milioni di dollari e la richiesta di sospensione del suo dominio per convincere la britannica Spamhaus a difendersi presso un tribunale americano che, a suo dire, non avrebbe alcuna giurisdizione sul proprio caso.
La vicenda è, come noto, quella che contrappone la celebre società antispam, impegnata da anni a mantenere e aggiornare filtri che limitano la posta-immondizia, a un’azienda americana, e360, che si ritiene ingiustamente inserita in una lista antispam di Spamhaus. Una lista adottata per i propri filtri antispam da provider di tutto il mondo e che rende difficile a e360 raggiungere via email i propri clienti.
Anche se ICANN , l’organizzazione che supervisiona il sistema dei domini, ha già dichiarato di non poter sospendere il dominio di Spamhaus, l’organizzazione antispam ha comunque scelto di accettare l’invito del tribunale americano e di presentarsi in appello.
“Sebbene Spamhaus abbia base nel Regno Unito – spiega una nota dell’organizzazione antispam – non sorprende che nessuno spammer rischi di denunciarci in un tribunale inglese, e questo perché il sistema legale britannico è basato su un principio per cui chi perde paga e non permette denunce basate sul niente”.
In tribunale Spamhaus difenderà il suo diritto a mantenere le liste antispam, spiegherà i motivi per cui e360 è considerata uno spammer e perché la sospensione del proprio dominio o la multa sono due “rimedi” sbagliati se non addirittura pericolosi per la stabilità dei servizi email mondiali.