La notissima organizzazione antispam Spamhaus , impegnata da molti anni a difendere la libertà di comunicare in rete, potrebbe uscire senza troppi danni da un
caso giudiziario che ha rischiato di farle perdere il proprio dominio e obbligarla a sborsare quasi 12 milioni di dollari. Una corte d’appello americana, riporta ars, ha infatti bocciato la sentenza di primo grado, sostenendo che quella somma è del tutto fuori misura e va rivista pesantemente al ribasso checché ne dica l’accusa.
Quest’ultima è rappresentata come ben sanno i lettori di Punto Informatico dalla società e360insight, che sostiene di essere stata inserita ingiustamente nella lista nera antispam gestita da Spamhaus e utilizzata da migliaia di provider in tutto il mondo per filtrare le email spammatorie.
La decisione della corte non toglie a Spamhaus l’accusa di aver sbagliato, ma obbliga il tribunale che ha emesso la sentenza di primo grado a rivedere completamente il tipo di ammenda richiesta.
Spamhaus, peraltro, come noto ha sempre rifiutato il procedimento negli USA sostenendo che, essendo l’organizzazione una società britannica, i tribunali americani non possono avere giurisdizione sulle sue attività.