Ieri per molte ore il sito di Spamhaus , una delle più celebri organizzazioni che si battono contro la moltiplicazione dello spam su Internet, è stato reso irraggiungibile da un massiccio attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service).
Come noto, questo genere di attacchi per riuscire richiedono l’utilizzo di molti computer connessi ad Internet. Una volta infettati con cavalli di troia creati ad hoc, i PC, considerati “zombie”, possono essere manovrati da remoto: nell’insieme formano una rete, una botnet, capace di colpire specifici server disponibili su Internet, ad esempio quelli di un sito web come Spamhaus. La molteplicità dei PC impiegati, e quindi la diversità delle “fonti” di attacco, può causare non pochi problemi agli amministratori di rete dei server presi di mira.
Quanto accaduto a Spamhaus, che comunque sembra essere tornata alla normalità, di certo non sorprende. In questi anni proprio Spamhaus, così come altre iniziative antispam, è stata presa di mira da cracker operanti botnet o persino da worm capaci di attivare i PC via via infettati e utilizzarli contro una molteplicità di siti antispam. In almeno un caso, una società antispam ha deciso di chiudere non riuscendo a liberarsi da un attacco distribuito continuativo.
Gli attacchi DDoS da parte loro continuano a preoccupare gli esperti. Si moltiplicano i casi in cui vengono realizzati per conto della malavita organizzata, talvolta persino a fini di ricatto : se non paghi, il tuo sito viene bloccato . Il motivo per cui Spamhaus ed altre società antispam vengono attaccate, secondo molti esperti, è dovuto proprio al fatto che i filtri antispam realizzati, e utilizzati da migliaia di provider e utenti in tutto il Mondo, impediscono il transito verso le mailbox degli utenti di miliardi di email spammatorie ogni giorno. Email spesso realizzate e spedite dalla criminalità.