Accalappiare un asteroide e trascinarlo sulla Luna: e lì iniziare a studiarlo. L’ obiettivo della NASA è di individuare l’idea giusta da tradurre in realtà, selezionata tra le decine arrivate a Huston dopo la pubblicazione di un bando pubblico per raccogliere suggerimenti. La scelta si avvicina, sono anche stati trovati tre asteroidi adatti al compito , e le ipotesi proposte saranno presto discusse per scegliere il giusto compromesso e stabilire un piano.
L’obiettivo dell’agenzia spaziale USA è di catturare un oggetto di almeno 7 metri di diametro per piazzarlo in orbita attorno al nostro satellite : un programma a medio termine, da concludere entro il 2021 quando il programma Orion dovrebbe aver finalmente prodotto il modulo adatto al volo umano capace di condurre sul posto un gruppo di astronauti che potrebbero così dedicarsi alla ricerca scientifica sulla roccia spaziale. In particolare, i ricercatori sono interessati alla composizione chimica dei corpi celesti, alla ricerca tra l’altro di fonti alternative di acqua e ossigeno.
Mentre NASA punta a controllare l’orbita di un asteroide, l’Agenzia Spaziale Europea deve fare in conti con la perdita del controllo su un suo satellite : GOCE ( Gravity Field and Steady-State Ocean Circulation Explorer ) sta esaurendo il combustibile e finirà per precipitare sulla Terra, privo di guida, disintegrandosi in atmosfera prevedibilmente entro il mese di ottobre. Il satellite in questione è lungo circa 5 metri e pesa circa 1 tonnellata, e fino ad oggi ha svolto il proprio lavoro a circa 200 chilometri di altitudine: secondo le stime ESA, alcuni frammenti potrebbero sopravvivere al rientro e raggiungere il suolo (la stima è che circa 250 chilogrammi divisi in diverse decine di detriti potrebbero superare l’incenerimento per attrito). In ogni caso, in termini assoluti, si tratta di un oggetto relativamente piccolo e potenzialmente innocuo nonostante la situazione attuale.
Fino a oggi, GOCE ha contribuito a ridisegnare le mappe della superficie terrestre grazie a precise misure che hanno consentito di tracciare una sagoma dettagliata del geoide : la Terra è tutt’altro che una sfera perfetta, e il compito svolto dalla sonda europea è stato dal 2009 in avanti quello di misurare correttamente la gravità dei diversi punti del pianeta per ottenere una rappresentazione il più possibile fedele della realtà.
Tra le peculiarità di questo rientro “rude” in atmosfera c’è la vasta gamma di materiali con i quali GOCE è stato realizzato: tralasciando il pericoloso serbatoio di Xenon che sarà comunque svuotato e reso inoffensivo prima del burnout , ci sono elementi in fibra di carbonio e altre leghe esotiche che solo negli anni recenti sono entrati nel novero dei materiali impiegati nella costruzione dei satelliti, ed è proprio quel tipo di materiali che i tecnici ritengono meglio resisterà al violento rientro.
Luca Annunziata