Questo articolo parla di innovazione applicata al settore audio e quello raffigurato nell’immagine di apertura non è il packaging o il rivestimento di un altoparlante: è lo speaker. Nel laboratorio ONE (Organic and Nanostructured Electronics) del MIT (Massachusetts Institute of Technology), i ricercatori sono riusciti a crearne uno flessibile e con spessore pari a soli 15 micron. Per meglio comprendere di che entità si sta parlando, sono 0,015 millimetri, mentre un normale foglio di carta occupa 0,100 millimetri.
15 micron: dal MIT, lo speaker più sottile di un foglio
Prima di capire come funziona questa tecnologia potenzialmente rivoluzionaria, vediamola in azione. Nel filmato qui sotto è impiegata per riprodurre il brano “We Are the Champions” dei Queen (da “News of the World”).
Un altoparlante realizzato con questo approccio potrebbe essere applicato a qualsiasi superficie: della casa, dell’ufficio, di uno spazio commerciale o nell’abitacolo dell’auto. Assorbe inoltre un quantitativo minimo di energia per l’alimentazione, molto meno rispetto a uno tradizionale. Potrebbe inoltre tornare utile nei sistemi per la cancellazione attiva del rumore, se utilizzato insieme a microfoni dedicati.
Esattamente, come funziona? Quei piccoli punti scuri visibili nella trama sono in realtà elementi dalla forma paragonabile a quella di minuscole cupole, posizionate su uno strato di materiale piezoelettrico in grado di farle vibrare in modo selettivo, emettendo di conseguenza il suono desiderato. Tutti i dettagli nel paper pubblicato dal team di ricerca. Di seguito le parole di Vladimir Bulović, a capo del team di ricerca che ha ottenuto questo promettente risultato.
Abbiamo la possibilità di generare il movimento meccanico dell’aria in modo preciso, attivando una superficie fisica. E lo possiamo fare in modo scalabile. Le opzioni per l’impiego di questa tecnologia sono illimitate.
Oggigiorno, per acquistare un altoparlante economico sono sufficienti pochi euro, mentre chi cerca la qualità ha a disposizione alternative ben più costose. Insomma, ce n’è per tutti. Un’innovazione su questo fronte potrebbe dunque effettivamente giungere dall’intuizione del MIT: cambiare approccio per quanto riguarda il principio adottato per generare l’audio.
Come sempre quando si tratta di un progetto sperimentale, non sono state fornite indicazioni in merito a un’eventuale commercializzazione della tecnologia.