Schiamazzi e grida, capannelli di folla si assiepano intorno ai disordini, irrompono le forze dell’ordine: un agente sguaina un Taser. 50mila volt di scossa. Scoppia il silenzio. Un individuo si muove zigzagando inseguito da un poliziotto, è in evidente stato confusionale. Si avvicina alla carreggiata di una strada. L’agente lo avverte del pericolo, ma l’uomo non recepisce: una taserata lo salva dall’impatto con l’automobile che sta sopraggiungendo.
Sono questi gli scenari nei quali le forze dell’ordine ricorrono all’ arma elettrica non letale , sono contingenze nell’ambito delle quali gli agenti ringraziano l’amministrazione per il proprio equipaggiamento. Ma esistono delle varianti: è successo in Texas , è successo in Canada e nel Maryland . Una situazione che si è ripresentata nei giorni scorsi a Chicago: ci è scappato il morto.
Roberto Gonzalez, 24 anni, colpevole di aver turbato la tranquillità di un quartiere della città, era stato rintracciato dalla polizia. La pattuglia aveva tentato di arrestarlo, ma l’uomo aveva opposto resistenza, tentava di divincolarsi. Si è provato con gli spray al peperoncino, senza sortire alcun effetto; il Taser l’ha fermato. Dopo 45 minuti è morto in un letto di ospedale. Gli agenti hanno attribuito la morte alle sostanze che il giovane sembrava aver assunto, il referto dell’autopsia deve ancora essere reso pubblico.
Dal 2001 ad oggi solo negli States, riporta Amnesty International, sono almeno 290 i casi in cui le scosse elettriche dell’arma non letale sono state seguite della morte della vittima.
Ma le forze dell’ordine non rinunciano a ricorrere all’elettroshock con disinvoltura, quando la situazione sfugge di mano. Si usa persino nelle scuole, per sedare risse fra ragazzine troppo aggressive: “Questo strumento non è nemmeno in grado di far accasciare una persona – rassicura un ufficiale incaricato di addestrare gli agenti all’uso dell’arma – la scossa del Taser, se utilizzato nel corpo a corpo, serve semplicemente ad attirare l’attenzione. Non è nemmeno in grado di bloccare la persona colpita”.
Le morti? I Taser non sono pericolosi , gli agenti provano i Taser su di loro in fase di addestramento. Gli incidenti mortali sono attribuiti a cause indipendenti dalla scossa elettrica inferta: le forze dell’ordine parlano di infarti, di attacchi epilettici, di acutizzazioni di patologie delle quali la vittima ha sempre sofferto. Parlano di abusi di sostanze stupefacenti e di eccitanti assunti in precedenza dalle vittime, assunzione che, se combinata con lo stress e la concitazione di fughe e colluttazioni, sfocerebbe nell’ excited delirium , una sorta di crisi che può avere la morte come epilogo. Mentre i neuropsichiatri esitano e si pronunciano con cautela riguardo all’esistenza di tali episodi di isteria fulminante , i coroner parlano di omicidio.
Ma le forze dell’ordine confermano il proprio entusiasmo per il Taser e esorcizzano i timori di imbracciare lo strumento di controllo con i risultati ottenuti . La polizia britannica del West Yorkshire, 115 taserate dal 2004 ad oggi, parla del Taser come di “un’opzione estremamente utile per risolvere nel modo migliore i disordini”. Non c’è nulla da temere: il Taser è impugnato da agenti addestrati, attenti e consapevoli di come ridurre al minimo l’impatto sulla vittima. Anche le forze dell’ordine di Lynchburg, Virginia, osservano che, dal momento in cui il Taser è entrato a far parte delle dotazioni degli agenti, per portare a termine un arresto si è dovuto ricorrere alla forza nel 65 per cento dei casi in meno: i criminali sono più arrendevoli, gli agenti si sentono più sicuri se nella fondina ripongono 50mila potenziali volt di scossa.
Quando il Taser non rappresenta un deterrente e il presunto criminale ignora il puntatore laser che lo tiene sotto tiro, quando l’agente scarica la scossa è tutto regolare , dicono i giudici: l’agente non lede alcun diritto, oppone una reazione proporzionata ad un comportamento recalcitrante.
Diverse però le sentenze emesse qualora il Taser sia utilizzato in maniera impropria, per infliggere punizioni, per incutere timore, per infierire su soggetti disarmati. Un comportamento che le forze dell’ordine di Vancouver, in un documento emesso in risposta ad un’interrogazione basata sul Freedom Of Information Act, hanno ammesso candidamente di aver adottato: il Taser è stato utilizzato su persone non violente, il Taser è la risorsa da sfoderare subito dopo gli avvertimenti verbali. E se le decantate virtù dei Taser dimostrano ai criminali che bastano 50mila volt puntati contro un cassiere per avere successo in una rapina, la disinvoltura con cui le pistole paralizzanti sono brandite dalle forze dell’ordine non fa che legittimare la convinzione che il Taser sia un’efficace arma di difesa in una società dominata dal rischio, degna protagonista di serate uggiose, raffinato complemento degli arsenali da borsetta delle signore à la page .
Ma quelle che appaiono bizzarrie d’oltreoceano potrebbero presto investire anche il vecchio continente: la Svizzera ha appena trasformato in legge la proposta di adottare i Taser come strumento da utilizzare nel quadro delle misure coercitive da applicare nelle operazioni di rinvio forzato di cittadini stranieri . Una decisione criticata con forza dalla divisione svizzera di Amnesty International, che ritiene inconcepibile che le forze dell’ordine ricevano in dotazione un’arma che le Nazioni Unite hanno classificato come uno strumento di tortura.
Per lo stesso motivo, l’organizzazione aveva puntato il dito contro l’utilizzo delle armi elettriche da parte della polizia francese, una condanna che aveva scosso l’opinione pubblica e spinto il distributore che rifornisce di Taser le forze dell’ordine a denunciare Amnesty per diffamazione. Un’accusa dalla quale Amnesty è uscita vittoriosa : i 50mila volt dei Taser possono essere letali, l’azienda che li produce non ha modo di controbattere. Se Taser International volesse consolidare la propria già vasta presenza sul mercato, sarebbe opportuno che conducesse studi sui potenziali effetti delle pistole paralizzanti, sarebbe opportuno che informasse gli utenti dei rischi che si corrono a brandire 50mila volt contro un cittadino inerme.
Gaia Bottà